‘Si è preso con noi la responsabilità di non farci il verbale’, i rapporti del clan con il carabiniere

Presentare i nuovi carabinieri arrivati ai vertici del clan e chiudere un occhio davanti alle infrazioni del codice della strada compiute dagli affiliati: erano questi i compiti del carabiniere finito sotto i riflettori dell’operazione ‘Contatto’

Il ‘compito’ di Piero Tramacere, carabiniere in una stazione del basso Salento, era quello di presentare i colleghi, da poco trasferiti in caserma, ai vertici dello storico clan Coluccia. Lo dimostra chiaramente una conversazione del 3 aprile 2014 in cui Massimo Candido e Paolo Mengoli commentano il comportamento di “uno nuovo” che, nei suoi primi giorni di servizio, aveva sequestrato due auto a Cianci e Ballarino, pizzicati alla guida senza la patente.
  
Paolo: Piero lo sa che come arrivano i nuovi me li deve portare all’officina, quel cogli***
Massimo: Non te l’ha portato questo nuovo?
Paolo: No
Massimo: La prima notte che è montato di servizio gli ha sequestrato la macchina a Ballarino questo nuovo.  […] Oggi una, ieri un’altra, domani un’altra ancora e poi?
  
Insomma, a dispetto della divisa che indossava il militare ha collaborato più volte con il gruppo mafioso “trovando sempre una soluzione per non fare il verbale”, così almeno ha dichiarato Candido in un’altra intercettazione in cui racconta a Cianci che “quello (Tramacere ndr) praticamente con noi si è preso la responsabilità di non farci il verbale, nonostante sa che poi ch’è chi va a controllare”.  
  
Non solo, il militare aveva ‘raccontato’ ai colleghi di Soleto di aver ritrovato per puro caso l’auto della sorella rubata la notte prima. In realtà, la Punto era stata recuperata da Massimo Candido come dimostra la conversazione avuta con Giuseppe Antonaci.
  
Massimo: mi ha chiesto se gli faccio avere la macchina della sorella, la Punto che ci siamo presi a Galatina.
Giuseppe: quale Punto?
Massimo: quella vecchia, quella sua è. Adesso prendiamo questa macchina e la portiamo dalle parti di Leverano o Copertino perché gli ho detto che sicuramente è roba di quelli che operano dalle parti di Galatina.

Insomma, come si legge nell'ordinanza del Gip, "il Carabiniere avendo ottenuto la restituzione del veicolo proprio da Cianci e da Candido era consapevole del loro coinvolgimento nel furto e in ogni caso nella ricettazione dello stesso'. 



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