Acquistava anabolizzanti su siti vietati: la Procura indaga su un 31enne gallipolino

Il sostituto procuratore, Carmen Ruggiero intende appurare se sia ipotizzabile il reato di ricettazione o se si tratti, come sostiene il difensore del 31enne di Gallipoli, ma residente a Galatone, soltanto di ‘illecito approvvigionamento di sostanze dopanti’.

Una serie di acquisti online di anabolizzanti, effettuati da un operaio gallipolino, per sé ed altre persone, su cui la Procura sta indagando. Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero, titolare del fascicolo, intende accertare le modalità di quest'attività, comunque illecita trattandosi di operazioni eseguite su siti vietati. Il magistrato vuole appurare (facendo riferimento alla legge speciale sulla normativa antidoping) se sia ipotizzabile il reato di ricettazione o se si tratti, come sostiene il difensore del 31enne di Gallipoli ma residente a Galatone, l'avvocato Roberto De Mitri Aymone soltanto di "illecito approvvigionamento di sostanze dopanti".
 
Quest'ultimo, difatti, ritiene che l'operaio acquistasse illecitamente online, sia per sé che per altre persone, ma per ridistribuire i prodotti ad amici e conoscenti, dopo avere raccolto le ordinazioni. Il suo ruolo di "collettore" sarebbe provato dalla tracciabilità delle operazioni effettuate; queste erano eseguite con diverse Postepay appartenenti a persone che lo conoscevano, le quali erano al corrente del fatto che le carte fossero in suo possesso.
 
Ricordiamo che nel giugno scorso i carabinieri, con la collaborazione dei colleghi del Nucleo Antisofistcazione, avevano eseguito una perquisizione in casa dell’uomo. Il mandato era finalizzato alla ricerca di armi, munizioni e materiale esplodente, ma i militari scoprirono altre cose. A seguito del controllo, essi trovarono due mila euro nel portafogli e altre 1200 euro in banconote da 50 all'interno di un giaccone, grazie anche alla confessione ed alla piena collaborazione del 31 enne gallipolino.
 
Inoltre, negli sportelli della cucina furono rinvenute varie fialette di sostanze dopanti e i carabinieri rintracciarono anche un taccuino su cui erano riportate delle sigle di prodotti, nomi e cifre, accanto alle quali compariva la scritta “pagato”. Furono sequestrate anche ricevute di versamento, un posta pay intestato ad un amico. La polizia postale, avrebbe poi accertato che l'operaio effettuava gli acquisti su alcuni siti rumeni. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati il computer e il telefonino e adesso gli inquirenti faranno i dovuti accertamenti. Comunque se non dovessero emergere nuovi e importanti elementi d'indagine, il legale del 31enne chiederà che il suo assistito che è attualmente a piede libero, venga riascoltato dal pm Ruggiero, per concordare un eventuale patteggiamento della pena.