Ammanco di 90mila euro da una farmacia, dipendente ‘infedele’ condannata a 2 anni

È stata disposta la sospensione della pena e la non menzione della condanna. La dipendente è stata però condannata al versamento di una provvisionale di 30mila euro ed al risarcimento del danno in favore del titolare della farmacia.

Avrebbe "intascato" 90mila euro dalle casse di una farmacia e per una dipendente infedele è arrivata la condanna a 2 anni.
   
Nelle scorse ore, il giudice monocratico Silvia Saracino ha ritenuto l'imputata colpevole del reato continuato e aggravato di appropriazione indebita. È stata però disposta la sospensione della pena e la non menzione della condanna.
   
La dipendente è stata anche condannata al versamento di una provvisionale di 30mila euro ed al risarcimento del danno in favore del titolare della farmacia, da quantificare in separata sede. Quest'ultimo si è costituito parte civile con l'avvocato Francesco Tobia Caputo.  L'imputata è assistita dal legale Salvatore Taurino.
  
Gli episodi contestati si sarebbero verificati tra il 2009 ed il 2011. Secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Antonio Negro, l'addetta alla cassa di una farmacia del Nord Salento si sarebbe appropriata quasi quotidianamente di somme di denaro. In alcuni casi, non avrebbe battuto gli scontrini e si sarebbe intascata i soldi della merce venduta ai clienti. In altre circostanze, tratteneva per sé il corrispettivo della merce già scontrinata, ma venduta "a credito" e dunque la somma incassata in un secondo momento .
  
L'ingente ammanco sarebbe emerso da un controllo contabile effettuato dal commercialista della farmacia . A quel punto, l'attività della dipendente sarebbe stata monitorata dal titolare che si sarebbe accorto dei movimenti di cassa poco trasparenti.  Il titolare della farmacia presentò una denuncia in Procura e vennero avviati gli accertamenti da parte degli uomini della Polizia Giudiziaria. Quando i sospetti ebbero un riscontro attraverso le indagini, l'addetta alla cassa venne licenziata.
  
Durante il dibattimento, vennero ascoltati sia il titolare della farmacia che alcuni dipendenti che confermarono le accuse.



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