Quando i Carabinieri hanno bussato alla porta della sua abitazione per arrestarlo ha tentato di scappare, nonostante fosse ammanettato. Per ben due volte ha provato a fuggire, a farla franca come il complice con cui aveva messo a segno il furto in un appartamento di Surbo, ma non ci è riuscito. Fabrizio Sportella, 52enne di Lecce e volto già conosciuto alle forze dell’ordine è finito in manette.
Incastrato dalle telecamere
Tutto ha avuto inizio il 22 febbraio, quando il 52enne ha ‘visitato’ un’abitazione di Surbo insieme ad un complice, non ancora identificato. Dopo il colpo aveva fatto perdere le sue tracce, stringendo tra le mani un bottino che si aggira intorno ai 30mila euro.
Il suo anonimato, però, è durato poco. Come prassi vuole in casi del genere, gli uomini dell’Arma hanno acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza, installate in un’abitazione poco distante da quella della vittima, nella speranza che contenessero “indizi” utili a risalire agli autori del gesto. E così è stato, almeno nel caso di Sportella, rintracciato il giorno dopo in casa sua, a Lecce.
Ritrovata l’auto usata come ariete
I sospetti sono diventati certezze quando è spuntata fuori una Mercedes classe A, utilizzata come ariete per mettere a segno il furto. Il paraurti anteriore della macchina, infatti, era stato rivestito da più strati di cartone per evitare che, al momento dell’impatto con il portone di ingresso dell’abitazione della vittima, il veicolo non subisse danni.

Quando i militari gli hanno presentato il conto, mettendolo di fronte alle sue responsabilità, il 52enne non si è arreso. Per due volte ha tentato la fuga, nonostante fosse stato ammanettato fino a quando, in preda ad una forte crisi, non è stato consegnato nelle mani dei sanitari del 118, chiamati ad intervenire. Per riportarlo alla ragione è stato necessario somministrargli dei calmanti.
Una volta concluse le formalità di rito, per il pluripregiudicato si sono aperte le porte della Casa circondariale di Lecce.
L’auto è stata sottoposta a sequestro insieme ad una parrucca, un cellulare, una pistola giocattolo, un berretto e un paio di scarpe. Anche gli ultimi due capi di abbigliamento erano stati utilizzati nel colpo. Nulla da fare per la refurtiva, nonostante la tempestività nell’identificazione di uno dei due responsabili, il bottino non è stato trovato.
