Erano accusati di avere messo in giro banconote da 100 euro contraffate e per due dipendenti dell'ufficio postale di Salve è giunta nel pomeriggio di oggi la condanna. Il giudice monocratico Maria Pia Verderosa della seconda sezione penale ha sentenziato, ribaltando o "inasprendo" in qualche maniera le richieste del v.p.o. ( vice-procuratore onorario): due anni di reclusione per il reato di "spendita di monete falsificate", nei confronti di S.U. 56enne di Salve, difeso dall'avvocato Stefano Prontera ( il v.p.o. Antonio Zito aveva chiesto 6 mesi) e di F.C.G. 65enne di Morciano di Leuca, avvocato Antonio Casarano ( chiesti 5 mesi) ed il pagamento di una multa di seicento euro. Assolto, invece, il 58enne A. D. P. di Alessano ( il v.p.o aveva invocato una condanna a due mesi), direttore dell'ufficio postale di Salve, dall'accusa di favoreggiamento personale, anche egli difeso dall'avvocato Casarano.
Secondo l'accusa, S.U. ed F.C.G. avrebbero messo in atto il raggiro, facendo " girare" banconote false e consegnandole a diverse ignare vittime che si erano rivolte all' ufficio postale del piccolo paesino del Capo di Leuca. Gli episodi contestati erano tredici, consumatisi in un arco temporale compreso tra il 3 ed il 7 gennaio 2008. Il primo giorno, in cui cominciarono a circolare i " centoni" apparentemente regolari, venne consegnata una sola banconota contraffatta ad un'unica persona. Già in data 4 gennaio, furono ben 37 i " cento euro" falsi e addirittura 11, i clienti raggirati. Nei giorni 5 e 7 gennaio, infine, altre due persone si videro consegnare una banconota da 100 euro contraffatta.
Nella discussione odierna, gli avvocati Prontera e Casarano hanno sottolineato l'assenza di "dolo" nelle presunte azioni "truffaldine" dei propri assistiti. Sia S.U. che F.C.G. non sarebbero stati a conoscenza della "circolazione" di queste banconote che si erano " insinuate"nell'ufficio postale, attraverso versamenti di cui i due imputati non avevano contezza. Inoltre, entrambi non erano dotati, nell'esercizio delle loro funzioni di cassieri, dei macchinari idonei a riconoscerle.
Riguardo la posizione di A.D.P., il direttore dell'ufficio postale di Salve, invece, l'avvocato Casarano ne ha sostenuta l'innocenza, poiché in occasione dell'episodio nel quale egli era accusato di favoreggiamento, era addirittura in ferie. Difatti, un cliente, in uno dei giorni "sotto osservazione" dagli inquirenti, si sarebbe recato nel piccolo ufficio del Capo per segnalare di avere ricevuto una banconota falsa.
Si sarebbe rivolto ad una cassiera, che a sua volta avrebbe illustrato il caso a S.U., nelle vesti di vice- direttore ( in assenza di A.D.P.); quest'ultimo avrebbe telefonato ad A.D.P., il quale gli avrebbe riferito di attivare la procedura sul web, in base alla quale sarebbe scattato il sequestro automatico della banconota. Intanto, però, a causa di alcuni contrattempi ( S.U. aveva già inserito il sistema di allarme) ci sarebbe stato un "cambio di programma". S.U., d'accordo con il cliente, avrebbe ritelefonato al direttore dicendo di volere procedere per una questione di praticità, con la "distruzione" delle banconote e A.D.P. avrebbe dato il suo assenso.
