Calunnia verso due “alti ufficiali”: avvocato condannato a 2 anni e 6 mesi

Per il Tribunale l’avvocato Tempesta calunniò l’ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, Vezzoli e il comandante dei Vigili Urbani. Disposto un risarcimento di 10mila euro.

Arriva la condanna per un avvocato, accusato di avere di avere calunniato due “alti ufficiali”.

Il giudice monocratico Valeria Fedele ha inflitto la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, nei confronti di Giuseppe Tempesta, 48enne di Campi Salentina.

Il Tribunale ha disposto anche il risarcimento del danno di 10mila euro, in favore delle due parti civili. Si tratta del colonnello Patrizio Vezzoli, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, all’epoca dei fatti, ed il colonnello Donato Zacheo, comandante della Polizia Locale.

Sono difesi dai legali Salvatore Centonze e Daniela De Liguori. L’imputato, invece, era assistito dall’avvocato Giuseppe Corleto che presenterà ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza.

L’inchiesta

Le indagini presero il via dalla denuncia dei due “alti ufficiali”. Secondo l’accusa, l’avvocato Tempesta li avrebbe incolpati ingiustamente di reati mai commessi. Nello specifico, tra dicembre del 2011 e lo stesso mese del 2012, egli inviò due distinti atti. Il primo al tenente Ilario Ingusci della sezione dei “baschi verdi” della Gdf; il secondo, al colonnello Vincenzo Di Rella (“successore” di Vezzoli).

Nei due documenti, sia Patrizio Vezzoli che il capitano Antonio Sederino, già comandante della Gdf di Lecce, venivano accusati di abuso d’ufficio.

Sosteneva Tempesta, che “per ragioni di grave inimicizia nei suoi riguardi”, essi avrebbero impartito ai “baschi verdi”, l’ordine di servizio di sottoporlo a reiterati controlli, durante i suoi passaggi in auto, nonchè “l’elevazione inopinata” di un gran numero di verbali (ricevuti tra febbraio e agosto del 2011).

Riguardo l’ipotesi accusatoria di calunnia verso il colonnello Zacheo, sostiene la Procura, l’avvocato Tempesta avrebbe presentato, tra ottobre e novembre del 2011, due denunce ai carabinieri, accusandolo falsamente dei reati di abuso d’ufficio, omissioni di atti d’ufficio, falso ed estorsione.

In particolare, il colonnello avrebbe consentito “l’illecita contestazione della contravvenzione di sosta davanti a un passo carrabile, sollecitata da personale della guardia di finanza, nonché la conseguente illecita rimozione dell’autovettura”.



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