Una forcella metallica, una striscia di plastica o di altro materiale inserita nel bancomat, nella fessura da cui vengono erogate le banconote per l’esattezza, ed il gioco è fatto: i contanti non escono, il cittadino ignaro di tutto si allontana giustamente per segnalare il “disservizio” e recuperare il denaro che, invece, finisce dritto dritto nelle mani dei malviventi che agiscono così quasi indisturbati.
L’escamotage, tanto semplice quanto efficace, si chiama «cash trapping» ed è solo uno dei molteplici “sistemi” messi a punto dai ladri per truffare i clienti degli sportelli bancari. La tecnica si è diffusa a macchia d’olio e sono tanti gli episodi registrati in tutta Italia. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, è accaduto a Gallipoli.
È stata solo una questione di “fortuna” per così dire, se lo stratagemma in questo caso è stato scoperto. Una cliente, infatti, dopo aver digitato il pin e la somma di cui aveva bisogno sul display, ha atteso che il denaro venisse erogato ma dallo sportellino invece delle banconote richieste è spuntato fuori un pezzetto di lamiera con del nastro adesivo incastrato al centro.
L’anziana signora, sorpresa, ha richiesto immediatamente l’intervento di una pattuglia del 113 denunciando appunto l’anomalia mentre effettuava il prelievo. Agli agenti del Commissariato ionico, intervenuti presso lo sportello dell’istituto di credito indicato,è bastato ascoltare il racconto della donna e guardare il “manufatto” per capire: la cliente che, peraltro, aveva già ritirato la ricevuta del “presunto” prelievo effettuato, aveva rischiato di rimanere vittima di un caso di “cash trapping”. Insomma, ieri sera qualcosa non deve aver funzionato a dovere.
Il sistema è certamente più rudimentale rispetto ad altre modalità di frode, come ad esempio lo “skimming”, ma ugualmente efficace. Vi è da dire che anche i bancomat più moderni, dotati di un cassetto ad apertura automatizzata per l’erogazione del contante, sono stati in qualche caso manomessi.
