Presunti abusi edilizi per l’ampliamento di un Resort. Procura chiede sette condanne

Il processo riguarda le presunte irregolarità nell’ampliamento del Resort “Villa Ravenna”, a Sannicola. Sentenza il 6 novembre

truffa-appalti-aqp

La Procura chiede sette condanne nel processo sulle presunte irregolarità nell’ampliamento del Resort “Villa Ravenna”, a Sannicola.

Nella mattinata di oggi, davanti ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Bianca Todaro), si è tenuta la requisitoria del pm Massimiliano Carducci, che ha invocato la condanna a 2 anni e 4 mesi per Anna Pisanello, 87enne di Sannicola, nelle vesti di legale rappresentante della “Villa Ravenna s.r.l e 2 anni di reclusione per  Claudio De Prezzo, 60 anni di Sannicola, come amministratore e gestore della stessa società; 1 anno e 6 mesi per Giampaolo Miglietta, 61enne di Squinzano, all’epoca dei fatti, Responsabile del terzo settore dell’ufficio tecnico di Sannicola e Giuseppe Ingrosso, 61enne di Castrì, nelle vesti di Responsabile del Procedimento sul Parere di conformità urbanistica. 1 anno e 2 mesi per Giordano Carrozzo, 59enne di Melendugno, all’epoca dei fatti, responsabile del SUAP; 1 anno per i direttori dei lavori: Salvatore Pellegrino, 61enne di Nardò e Luigi Verardi, 56enne di Racale. La

Va detto, che per alcuni reati, il pm ha chiesto l’assoluzione.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Luigi Corvaglia, Francesco Galluccio Mezio, Angelo Vantaggiato, Alberto Gatto, Roberto Marra che potranno dimostrare l’estraneità alle accuse a partire dall’udienza dell’11 settembre. La sentenza dei giudici, invece, è fissata per il 6 novembre.

Gli imputati rispondono, a vario titolo, di: abusivismo edilizio, abuso d’ufficio, falsità ideologica e truffa aggravata.

La Regione Puglia si è costituita parte civile con l’avvocato Miria Vigneri (sostituita in udienza dall’avvocato Daniela Limongelli), per una presunta truffa su un finanziamento regionale di quasi 600mila euro. Inoltre, è stata citata come responsabile civile, la società “Villa Ravenna s.r.l.

In base alla tesi accusatoria, i lavori di ristrutturazione di Villa Ravenna sarebbero stati eseguiti ampliando alcuni spazi, in assenza dei permessi per costruire e in contrasto con la destinazione urbanistica della zona.

Inoltre, i funzionari comunali non avrebbero disposto la rimozione/demolizione delle opere abusive, consentendo la realizzazione di nuovi illegittimi interventi edilizi. I progettisti, invece, avrebbero falsamente attestato la conformità delle opere agli strumenti urbanistici vigenti nella zona.

Infine, viene contestato a De Prezzo e Pisanello il reato di truffa aggravata nella presentazione a Puglia Sviluppo, della documentazione sulla conformità delle opere edilizie alle autorizzazioni ottenute.

Ricordiamo che nel novembre del 2019 è finita sotto sequestro una parte della struttura di Villa Ravenna, il lussuoso resort di Sannicola.

Il provvedimento, richiesto dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, è stato eseguito dai finanzieri di Gallipoli, con decreto del gip Giulia Proto.



In questo articolo: