Si conclude con l’assoluzione, il processo carico di una 45enne di Ugento accusata di circonvenzione d’incapace.
Il giudice Elena Coppola ha assolto l’imputata con formula piena, “perché il fatto non sussiste”. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Invece, le tre parti civili avevano invocato un risarcimento danni di 700mila euro. La 45enne era difesa dall’avvocato Luigi Corvaglia.
Secondo l’accusa, l’imputata avrebbe approfittato delle condizioni critiche di salute della vicina di casa, una donna di 89enne originaria di Taurisano, nel frattempo deceduta. In che modo? Cercando di convincerla a lasciarle i propri risparmi, quantificati in circa 400mila euro.
Ed il 3 febbraio del 2014, la induceva a sottoscrivere un testamento pubblico in cui si faceva nominare erede universale di tutti i beni, mobili e immobili. Non solo, anche una procura generale (il 21 marzo dello stesso anno) per poter svolgere qualunque atto di amministrazione ordinaria e straordinaria e di disponibilità dell’intero patrimonio.
Tali accuse, come detto, sono cadute al termine del processo, ma le motivazioni si conosceranno entro i prossimi novanta giorni.