
Diventa definitiva la condanna a 7 anni di reclusione per Andrea Signore, 48enne di Merine, accusato di avere accoltellato un barista al termine di una violenta lite, scoppiata per alcune consumazioni non pagate da un cliente.
La prima sezione della Corte Suprema di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa e confermato la sentenza emessa dalla Corte di Appello (Presidente Vincenzo Scardia). Quest’ultima aveva riqualificato il reato di lesioni personali gravissime in tentato omicidio. Confermato il risarcimento del danno in separata sede ed una provvisionale di 25mila euro, in favore del gestore del bar, vittima dell’accoltellamento, che si era costituito parte civile attraverso l’avvocato Francesco Vergine.
Andrea Signore è assistito dall’avvocato Fulvio Pedone che ha sostenuto in udienza la tesi della legittima difesa, alla luce delle testimonianze emerse in aula da parte di persone presenti al momento della lite. Secondo la difesa, il 48enne sarebbe stato aggredito, in due occasioni, dal gestore del bar, come già sostenuto nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip Simona Panzera. Ricordiamo che nei mesi scorsi, il collegio della prima sezione penale aveva invece riqualificato reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dall’utilizzo dell’arma, in lesioni personali gravissime, condannando Signore a 5 anni e 9 mesi.
Secondo la ricostruzione dell’accaduto da parte degli inquirenti, poco dopo le 23.00 del 20 novembre del 2019, il 49enne avrebbe colpito il giovane gestore del bar nel centro di Merine, con un coltello. Un colpo all’addome, come ultimo atto di una lite.
Mentre l’ambulanza del 118 ha accompagnato il ferito all’Ospedale di Scorrano, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, i Carabinieri della stazione locale, insieme ai colleghi del nucleo operativo e radiomobile di Lecce, hanno fermato l’autore dell’aggressione.
Andrea Signore venne arrestato, come disposto dal pm Maria Rosaria Micucci.
Come raccontato anche da alcuni testimoni, poco prima dell’accoltellamento ci sarebbe stata una lite, tra il 30enne e un cliente, a causa del mancato pagamento di alcune consumazioni. Durante la discussione avvenuta in piazza, sarebbe intervenuto Signore. Poi l’epilogo, noto. Ed uno di essi ha riferito di aver sentito esclamare dalla vittima, la frase: “Mi ha tirato, mi ha tirato”, tenendosi la pancia.
Il 30enne, ascoltato dagli inquirenti in ospedale, ha detto che forse era stato accoltellato da Signore per il rovesciamento a terra di un bidone dei rifiuti antistante l’esercizio commerciale della famiglia della vittima. Non escludendo l’ipotesi del suddetto diverbio con il cliente.