Arriva la condanna per padre e zio, accusati di aver costretto un bimbo di appena quattro anni a subire atti sessuali, sculacciandolo e addirittura spegnendoli sigarette sul corpo. Il gup Cinzia Vergine, al termine del rito abbreviato (consente lo sconto di un terzo della pena), ha condannato il papà alle pena di 8 anni e lo zio a 8 anni e 4 mesi.
Il giudice ha disposto il risarcimento in separata sede in favore della madre della vittima, assistita dall’avvocato Roberto Tarantino, che si era costituita parte civile. Non solo, anche la sospensione della responsabilità genitoriale per la durata della pena, nei confronti del padre.
Il pm ha invece invocato la condanna a 10 anni per il padre ed a 9 anni per lo zio.
I due imputati, difesi dai legali Francesco Calabro e Francesco Spagnolo, rispondevano dei reati di violenza sessuale aggravata e continuata e di maltrattamenti in famiglia. Lo zio era accusato anche di detenzione di materiale pedopornografico. Avrebbe fotografato nudo il nipotino, conservando quattro foto all’interno del proprio telefono cellulare. I legali, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni), presenteranno ricorso in Appello.
L’inchiesta
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia presentata dalla madre della vittima. Gli episodi contestati dal pm Maria a Rosaria Micucci si sarebbero verificati tra novembre del 2015 e la fine dell’anno 2017, in un paese dell’hinterland di Galatina.
Le indicibili violenze si sarebbero consumate sia dentro casa dei nonni paterni che in un casolare di campagna. Il bimbo sarebbe stato palpeggiato nelle parti intime e costretto, come detto, a subire atti sessuali di vario genere. Di fronte al rifiuto della piccola vittima, i due indagati lo avrebbero percosso con pugni e schiaffi. Non solo, anche con sculacciate e pizzicotti, spalmandogli sul corpo escrementi, fango e saliva. Infine, in questa escalation di violenza, gli avrebbero spento sigarette sul corpo.
La vittima è stata ascoltata, durante l’incidente probatorio dinanzi al gip Alcide Maritati, confermando le accuse verso lo zio e facendo riferimento alle violenze per mano del padre. Le sue dichiarazioni sono state ritenute attendibili dal consulente tecnico nominato dalla Procura.