Agosto, periodo di ferie. La gente si sposta dalle proprie abitazioni per raggiungere i lidi balneari e le altre mete turistiche. L’Arma dei Carabinieri, però, non va certo in vacanza. Come ogni anno, oltre a proiettare sul territorio i propri servizi di pattuglia al fine di garantire la sicurezza delle persone e dei turisti che affollano il Salento, i militari mantengono sempre alta l’attenzione per le persone anziane e bisognose, specie quelle affidate a strutture specializzate. In questo periodo sono stati svolti alcuni servizi specifici da parte dei Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità con il costante ausilio da parte del Comando Provinciale di Lecce. Controllate, infatti, svariate strutture che si occupano proprio dell’assistenza agli anziani, tra cui case alloggio e residenze socio-sanitarie assistenziali. Durante i controlli – iniziati già dai primi giorni di agosto e che proseguiranno nelle prossime ore – sono state contestate numerose violazioni di carattere amministrativo su più strutture controllate, e tra i detti controlli, nella giornata di ieri, sono state scoperte anche due strutture che (lo sottolineiamo, secondo quanto sostengono gli operatori in una nota stampa pervenutaci in redazione) operavano in difetto di legge.
La prima è una struttura ricettiva per anziani, a Lecce, che inizialmente aveva richiesto l’autorizzazione al Comune ad operare quale Centro diurno (ai sensi dell’art. 68 Reg. Regione Puglia 18/01/2007 n.4) con funzionamento per 8 ore al giorno, senza pernottamento. Il conseguente controllo igienico sanitario ha evidenziato che la richiesta di autorizzazione non fosse stata ancora concessa, ma che la struttura aveva già iniziato a funzionare, ed inoltre, pur essendo catalogata come struttura diurna per persone autosufficienti (e quindi senza la necessità di personale medico e infermieristico con tutti gli adempimenti del caso), tra i cinque anziani presenti ve ne erano due che già da giorni pernottavano nella struttura, configurando così l’esistenza di una casa di riposo abusiva, priva proprio dei requisiti strutturali ed organizzativi necessari. Al titolare della struttura sono state contestate la violazione penale della “mancata comunicazione all’Autorità di P.S. delle generalità delle persone alloggiate” (art. 109 TULPS) e la violazione amministrativa dell’attivazione di struttura ricettiva per anziani priva di autorizzazione (art. 63 comma 1, L.R. n. 19/2006). Sia la magistratura che il Comune di Lecce sono stati informati dal NAS per i conseguenti provvedimenti penali ed amministrativi, e contestualmente la struttura è stata svuotata facendo tornare gli ospiti anziani con l’ausilio dei familiari presso le proprie abitazioni.
Una situazione del genere è stata riscontrata anche ieri in un’altra struttura, sita a Monteroni di Lecce. All’atto dell’accesso, i militari del NAS, supportati dai Carabinieri della Stazione di Monteroni e dai militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Lecce, hanno riscontrato che benché si trattasse sulla carta di una casa-alloggio (struttura di intrattenimento per persone anziane autosufficienti) ospitava da tempo circa una decina di persone anziane, di cui una gran parte era allettata e non autosufficiente, alla cui assistenza anche infermieristica provvedevano due semplici dipendenti senza la qualifica di “infermiere”. Inoltre è stata rinvenuta della documentazione, costituita da veri e propri “passaggi di consegne” che le dipendenti si scambiavano con altre cinque lavoratrici, non presenti all’atto del controllo ma in corso di identificazione, nelle quali venivano segnati in ordine cronologico tutti gli interventi che le stesse dipendenti effettuavano sui pazienti, comprensivi di medicinali e terapie somministrate agli anziani bisognosi. In questo caso, i Carabinieri, trovandosi nuovamente di fronte ad una casa di riposo abusiva, hanno proceduto a denunciare penalmente nell’immediatezza le due dipendenti per “esercizio abusivo di professione sanitaria” (ai sensi dell’art. 348 del codice penale), a cui seguiranno medesimi provvedimenti anche per le altre cinque dipendenti non appena saranno compiutamente identificate; il presidente della cooperativa invece è stato denunciato penalmente sia per “concorso in esercizio abusivo di professione sanitaria” che per “mancata comunicazione all’Autorità di P.S. delle generalità delle persone alloggiate” (ai sensi dell’art. 109 del TULPS).
Sono seguiti poi accertamenti e relative contestazioni su violazioni di natura amministrativa, tra cui “omessa notifica di unità d’impresa alimentare all’Autorità competente” (ai sensi dell’art. 6 comma 3 del D.Lgs. 193/2007), “mancata implementazione di piano di autocontrollo H.A.C.C.P.” (ai sensi dell’art. 6 comma 6 del D.Lgs. 193/2007) e “mancata comunicazione all’Autorità Sanitaria della trasformazione della tipologia di struttura ricettiva per anziani” (ai sensi dell’art. 63 della L.R. 19/2006).
Come per la struttura di Lecce, anche per quella di Monteroni si è proceduto ad affidare i dieci anziani ai loro familiari per l’accompagnamento presso le rispettive abitazioni, e di tutta l’attività posta in essere e delle violazioni riscontrate è stata data notizia all’Autorità Giudiziaria, all’Autorità Sanitaria ed alle competenti autorità amministrative, per i provvedimenti del caso.