
Si sarebbe dovuta tenere oggi, l'udienza preliminare sulla vicenda delle presunte corse clandestine di cavalli dopati, ma il Gip Stefano Sernia ha accolto l'istanza dell'avvocato Luigi Corvaglia ed ha rimandato gli atti al Pubblico Ministero. Difatti Corvaglia, legale di Salvatore Lezzi, si era opposto alla richiesta del PM Ennio Cillo di integrare alcuni atti relativi all'inchiesta, dopo la notifica dell’avviso di chiusura delle stesse, ragion per cui il Gip ha disposto la nullità dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare, della richiesta di rinvio a giudizio e della chiusura delle indagini.
L'inchiesta, denominata "Febbre da cavallo", coinvolgerebbe 18 persone, accusate a vario titolo ed in diversa misura, dei reati di associazione a delinquere, maltrattamenti di animali e organizzazione di scommesse clandestine: Fabrizio Picca, 48 anni di Taviano; Salvatore Lezzi 63enne di Copertino; Giuseppe Luigi Olimpio 40 anni di Taviano; Salvatore Capone 51enne di Taurisano; Ettore Manni 50 anni, anch'egli di Taurisano; Quintino Tamborrini 50 anni di Taviano; Cosimo Ilario Picca 44enne di Taviano; Vincenzo Cosimo Astore 55 anni di Racale; Piero Alemanno 46 anni di Gallipoli; Claudio Dell'Anna 52enne di Nardò; Nicola Zuccaro 74enne anch'egli di Nardò; Amato Luciano De Luca 59 anni di Scorrano; Cesare Gregorio Bruno 66anni di Nardò; Amato Salvatore De Luca 62 di Scorrano; Antonio Luigi Rinaldi 43, Filippo Schiavano, 32 enne e Vito Salvatore Seclì 50 anni, di Taurisano e Luigi Rausa 55enne di Scorrano. Il collegio difensivo è composto, oltre che dall'avvocato Luigi Corvaglia, da Dimitry Conte, Giuseppe Bonsegna, Simona Carrozzo, Mario Greco, Daniele Petracca, Sonia Santoro e Francesco Fasano.
Gli indagati, secondo la tesi del titolare dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Ennio Cillo, avrebbero allestito un'associazione a delinquere per lo svolgimento illecito di corse di cavallo clandestine, su vari tracciati urbani che per l'occasione venivano interdette la traffico; la competizione, a cui prendevano parte "regolarmente" fantini e proprietari degli animali e che veniva filmata dalle telecamere, sarebbe stata preceduta da un'intensa attività di scommesse clandestine.
L'aspetto probabilmente più degradante della vicenda, sarebbe consistito nel fatto che i cavalli, oltre ad essere messi in pericolo, poiché gareggiavano in situazioni improvvisate, erano dopati con sostanze eccitanti.
L’inchiesta prese il via dalle indagini condotte dagli agenti di polizia e dal Corpo Forestale che fecero irruzione in una pista abusiva, a Scorrano, dove era in corso una competizione clandestina con cinque cavalli da trotto. In seguito a quest'operazione, scattò il sequestro preventivo urgente della struttura, degli equini, dell’autovettura utilizzata come apripista, di quella usata in gara e di numerosi calessi.