Dieci anni da scontare, arrestato nipote boss della scu

Arrestato nipote dello storico boss della sacra corona unita Giovanni Maiorano. L’uomo, 29enne originario di San Cesario di Lecce, deve scontare oltre dieci anni di reclusione.

Vito Daniele De Carlo, nipote dello storico boss della sacra corona unita Giovanni Maiorano, è stato arrestato questa mattina dagl agenti della della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Taurisano. Sull'uomo, originario di San Cesario di Lecce, ma residente nel comune di Taurisano, pendeva un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di LecceLa pena definitiva da scontare per il 29enne è pari a dieci anni ed otto mesi di reclusione.

De Carlo,  assolto in primo grado dall’accusa di omicidio e condannato solo per detenzione di armi ad un anno e tre mesi di reclusione, nel febbraio 2010 era stato condannato dalla Corte d’Appello di Lecce alla pena principale di quindici anni ed  undici mesi di reclusione. Pena alla quale, poi, sono stati detratti i periodi di presofferto e  tre anni per applicazione del beneficio dell’indulto. L'accusa era di  concorso anomalo nell’omicidio di Marco Lezzi, avvenuto in piazza della Repubblica a San Cesario di Lecce la sera del 14 marzo 2004: l’omicidio sarebbe scaturito da contrasti tra due diversi gruppi di San Cesario e San Donato. Per lo stesso reato venne condannato a 30 anni di reclusione anche Cristofalo Sandro, ritenuto l’esecutore materiale.  Insieme a Cristofalo anche Perrone Federico, condannato a sedici anni in primo grado – ridotti poi a otto in appello –  e Conte Luca, alla pena di tre anni e due mesi per favoreggiamento.

Dopo le formalità di rito, De Carlo, è stato condotto  presso la Casa Circondariale di Lecce “Borgo San Nicola” e messo a  disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Esattamente un anno fa,  il 29enne, si rese protagonista di un grave episodio  presentandosi presso il laboratorio di fabbro del vicino, tentando di dargli fuoco, brandendo un bastone e con una bottiglia piena di benzina. Ne nacque una colluttazione, nel corso della quale De Carlo gettò la benzina sui vestiti e sul volto dell’artigiano, minacciando di dargli fuoco. Poco dopo lo stesso De Carlo cadde a terra sbattendo la testa contro un arnese in ferro,  procurandosi così una profonda ferita. Sul posto intervenne immediatamente il personale del Commissariato di di Taurisano, che accompagnò  i due all’Ospedale di Casarano. Qui  il fabbro venne curato per l’irritazione agli occhi provocata dalla benzina e De Carlo per la ferita riportata alla testa.

Tutto sarebbe scaturito da una discussione che i due, la sera precedente, avevano avuto per un parcheggio di veicoli fuori posto: difatti, pare che De Carlo si ostinasse a posteggiare la sua auto proprio vicino l’ingresso del laboratorio, impedendo al fabbro di entrarvi con il proprio mezzo da lavoro.