Distruggono i muretti a secco e bruciano tre pneumatici, continua la “protesta” dei No-Tap

Pneumatici bruciati e devastazione di muretti a secco: continua la protesta dei No-Tap contro la costruzione del gasdotto. Le pietre riversate sulla carreggiata servivano a rallentare l’ingresso degli operai della multinazionale nel presidio.

Sono tutti volti ‘conosciuti’ dalla Digos, i No-Tap che, alle prime ore dell’alba, sono riusciti a creare “scompiglio” nelle vicinanze del cantiere di San Basilio. Un gruppo di circa venti persone secondo la Questura ha incendiato tre grossi pneumatici sulla strada provinciale 145, all’altezza di Via Vicinale Mancarella con conseguente dispersione nell’aria di diossina.

Non contenti, si sono spostati in via San Niceda, dove hanno ricoperto la strada di pietre prelevate dai muretti a secco.

Queste antiche ‘recinzioni’, simboli delle campagne salentine, stanno pagando le conseguenze della battaglia che si sta consumando nella marina di San Foca tra la multinazionale svizzera che sta continuando i lavori di costruzione del pozzo di spinta del gasdotto e chi si oppone all’opera con ogni mezzo perché la considera dannosa. Insomma, nella guerra, uno degli elementi paesaggistici più caratteristici della zona sono stati danneggiati, forse in modo irreparabile. I grossi massi riversati sul manto stradale servivano – inutile dirlo – a rallentare l’ingresso delle maestranze nel presidio, collocato a pochi passi dal cantiere.

Le proteste continuano nonostante uno degli attivisti No-Tap, arrestato durante i disordini avvenuti lo scorso 10 aprile, sia stato condannato a 9 mesi. Il giudice lo ha riconosciuto colpevole di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni ai danni di due dei quattro poliziotti per i quali era chiamato a rispondere.

Tap: “Chi esprime in questo modo il proprio dissenso ferisce l’ambiente”

“Sono stati bruciati copertoni, un atto pericoloso sia per l’ambiente sia per i cittadini che vivono nella zona. Sono stati distrutti i pregiati muretti a secco dell’area per bloccare le strade di accesso al sito di lavoro” si legge in una nota con cui l’Azienda commenta l’accaduto. “Chi esprime in questo modo il proprio dissenso non ottiene alcun risultato, se non quello di ferire il proprio ambiente, il proprio paesaggio, il proprio territorio, magari un minuto dopo aver detto di volerlo difendere“.

Il tweet di Calenda

Su twitter il ministro, Carlo Calenda si è voluto complimentare con i difensori dell’ambiente che, nella notte, hanno affrontato la situazione.



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