Dopo il tamponamento, morì carbonizzata: chiesti 5 anni per l’automobilista. Secondo la Procura guidava sotto effetto di cocaina

Un 29enne di San Cesario risponde dell’accusa di omicidio colposo aggravato per la tragica fine della 35enne Stefania Spagnolo, rimasta intrappolata tra le lamiere dell’auto dopo un’incidente sulla Lecce-Gallipoli, in direzione verso il capoluogo.

La Procura invoca cinque anni di reclusione per l'automobilista accusato di aver provocato, sotto effetto di cocaina, il decesso di una donna, morta carbonizzata all'interno della propria vettura.
  
G.S. 29enne di San Cesario risponde dell'accusa di omicidio colposo aggravato, per la tragica fine della 35enne Stefania Spagnolo, originaria di Campi Salentina ma residente a Porto Cesareo, rimasta intrappolata nelle lamiere dell'auto dopo un terribile incidente sulla Lecce-Gallipoli, nella direzione verso il capoluogo.
  
Si è tenuto, in mattinata, il processo con giudizio abbreviato condizionato all'espletamento di due perizie. La prima, affidata dal gup Simona Panzera al medico legale Alberto Tortorella, avrebbe riscontrato la presenza di metabolita della cocaina in quantità elevata nel sangue del conducente.  Il difensore di G.S., l'avvocato Ferruccio Palazzo del Foro di Brindisi, ha invece contestato quest’esito, sottolineando come non fosse risultata la presenza di "principio attivo" dello stupefacente al momento dei test tossicologici.
  
La consulenza stradale, affidata dal giudice all'ingegnere Antonio Vernaleone, "contesta"  all'imputato un eccesso di velocità  (circa 150 km/h), e il non aver rispettato la distanza di sicurezza da un camion che lo precedeva. Anche in questo caso, la difesa ha fornito una diversa ricostruzione dei fatti. G.S. a bordo di un Saab in procinto di superare il camion, per evitare l'impatto con il mezzo che gli stava tagliando la strada, avrebbe frenato e sterzato a destra.  A quel punto, sarebbe andato ad impattare, tamponandola di lato, contro la vettura della vittima che, secondo la difesa, stava procedendo in retromarcia. La Fiat 500, condotta dalla Spagnolo, sarebbe così andata a sbattere contro il guard rail.
  
La sentenza del gup Simona Panzera è prevista per giovedì prossimo, dopo le repliche del pubblico ministero Giovanni Gagliotta. Il fratello della vittima si è costituto parte civile con l'avvocato Cinzia Stefanizzi. Così come il fidanzato della trentacinquenne, assistito dal legale Silvia De Maglio. Entrambi hanno invocato un maxi risarcimento nei confronti della vittima.  
  
Il drammatico incidente stradale si è verificato il 7 dicembre del 2015, intorno alle 18.30 sulla Gallipoli – Lecce, nei pressi dello svincolo per Copertino, in agro di Lequile. Le lamiere hanno preso fuoco e non hanno dato scampo alla povera Stefania Spagnola. Difficilissime sono state le operazioni per il riconoscimento della giovane ed è stato solo grazie al microchip del cane che si è risaliti all'identità della vittima.



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