Esponente M5S definito “vergogna del paese” e “piddiota”: indagati sei “grillini” per diffamazione

I fatti si sarebbero verificati, tra aprile e giugno del 2017, a ridosso delle elezioni comunali a Galatone. La vicenda s’inquadrerebbe nell’ambito dello scontro interno per la leadership del M5S.

Una sorta di guerra intestina tra “grillini” sfociata in pesanti insulti su Facebook. Il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci ha chiuso l’inchiesta sulla controversa vicenda che ha investito alcuni personaggi orbitanti intorno al M5S di Galatone.

Gli indagati

Risultano indagate, dopo l’avviso di conclusione, sei persone: Sonia Rizzello e Tonio Papa, entrambi 54enni; Roberta Potenza, 40 anni; Vitorio Martalò, 60 anni; Arrico Prete, 43enne (tutti galatonesi); Massimo Potenza, 43 anni di Gallipoli.

Hanno adesso venti giorni a disposizione per chiede di essere interrogati o per produrre memorie difensive. Sono assistiti dagli avvocati Pompeo Demitri ed Emanuele Gatto. Rispondono dell’ipotesi di reato di diffamazione continuata.

La presunta parte offesa è Sebastiano Moretto, difeso dal legale Silvio Verri.

I fatti si sarebbero verificati, tra aprile e giugno del 2017, a ridosso delle elezioni comunali a Galatone. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero rivolto, attraverso Facebook (postando o rispondendo a messaggi postati), una serie di epiteti ritenuti diffamatori dalla Procura ed “esorbitanti il diritto di cronaca politica”, nei confronti di Moretto. Tra questi: “vergogna del paese, piddiota (con riferimento alle sue presunte “simpatie” per il Pd), arrivista paesano” etc.

La vicenda s’inquadrerebbe nell’ambito dello scontro interno per la leadership del M5S a Galatone.

All’epoca dei fatti si presentarono due “fazioni” (una guidata da Moretto e l’altra dalla Rizzello). Alla fine, anche in considerazione del clima teso che venne a crearsi, la direzione del partito decise di non candidare alcuna lista.



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