False dichiarazioni sugli omicidi Basile e Padovano: l’ex pentito Vaccaro condannato a 5 anni e 3 mesi

Il pm, nel corso della requisitoria, ha evidenziato tutta una serie di incongruenze nelle deposizioni del pentito. Secondo Vaccaro, Peppino Basile sarebbe stato assassinato perché aveva scoperto gli interessi della Scu, per la realizzazione di un complesso edilizio.

Avrebbe rilasciato false dichiarazioni in veste di collaboratore di giustizia su alcune delicate inchieste salentine. Il giudice monocratico Maddalena Torelli ha condannato  Giovanni Vaccaro, 46enne di Napoli a 5 anni e 3 mesi.L'imputato rispondeva dei reati aggravati e continuati di calunnia e autocalunnia.
 
In precedenza, il sostituto procuratore Massimiliano Carducci (titolare dell'inchiesta il dr. Giovanni De Palma) ha invocato la condanna a 6 anni. Il pm, nel corso della requisitoria, ha evidenziato tutta  una serie di incongruenze  per mancanza di alcun riscontro oggettivo, nelle deposizioni del "pentito" napoletano. Anzitutto, le dichiarazioni sull'omicidio di Peppino Basile, accoltellato a morte a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008. Il consigliere comunale dell'Italia dei Valori, secondo Vaccaro, sarebbe stato assassinato perché aveva scoperto gli interessi della Scu, per la realizzazione di un complesso edilizio. Vaccaro ha indicato il nome di un imprenditore nel frattempo deceduto, quale mandante;  di Giorgio Pio Bove prima e Marcello Sileno poi,  come esecutori materiali. La Procura ha ritenuto assolutamente infondate le accuse.
 
Il pm Carducci ha poi messo in evidenza le numerose incongruenze della versione dei fatti fornita dal " pentito" sull'omicidio di Salvatore Padovano, detto Nino Bomba, avvenuto a Gallipoli, il 6 settembre del 2008. Vaccaro ha "confessato" un suo diretto coinvolgimento  nell'omicidio, poiché il boss gallipolino si era impossessato di soldi che erano destinati a lui. Il denaro proveniva da terroristi islamici, attraverso un Imam . Infine, per l'omicidio di Giorgio Romano (avvenuto a Parabita nel settembre del 2008 ) avrebbe accusato ingiustamente lo stesso Bove di esserne l'esecutore materiale, assieme a dei complici. Invece, Vincenzo De Salve si sarebbe successivamente  autoaccusato dell'omicidio. Inoltre, Vaccaro ha sostenuto,  attraverso alcune  lettere inviate al magistrato Nicola Gratteri, di essere a conoscenza del progetto di uccidere il procuratore capo  Giuseppe Pignatone.
 
Un Clan calabrese avrebbe chiesto a Padovano di eseguire il piano.  L'inattendibilità di tutte queste dichiarazioni sarebbe emersa, secondo il pm,  attraverso sentenze passate in giudicate.
Giovanni Vaccaro è assistito dall'avvocato Giuseppe Cipressa. Il legale ha dichiarato che non c'era "dolo" nelle dichiarazioni di Vaccaro. Questi sarebbe stato indotto in errore da Bove con cui era in stretto contatto epistolare.



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