Inchiesta su farmaci e dispositivi medici sequestrati al Fazzi: cadono le accuse per i due indagati

Il gip Sergio Tosi ha disposto l’archivazione del procedimento, accogliendo l’istanza del pubblico ministero Alessandro Prontera.

Si conclude con l’archiviazione l’inchiesta sui farmaci e dispositivi medici sequestrati al Vito Fazzi di Lecce, nel febbraio dell’anno scorso.nIl gip Sergio Tosi ha accolto l’istanza del pm Alessandro Prontera, che sosteneva “l’inidoneità degli elementi acquisiti a sostenere l’accusa in giudizio”.

La Procura, nella richiesta di archiviazione, riteneva la notizia di reato infondata, pur sottolineando una eventuale responsabilità disciplinare, riguardante il monitoraggio adeguato delle procedure di smaltimento dei farmaci non più idonei.

Con l’archivazione cadono le accuse nei confronti dei due indagati. Si trattava di G.C., 53 anni di Gallipoli, dirigente medico dell’unità operativa complessa di cardiologia interventistica ed emodinamica ed L.C., 61 anni di Strudà, in qualita di coordinatore infermieristico.

Rispondevano dell’ipotesi di reato di “somministrazione di medicinali guasti o imperfetti”. Sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Corleto e Luigi Covella.

Nel febbraio del 2019, i carabinieri del Nas hanno fatto ingresso presso l’ospedale leccese per effettuare, al termine delle operazioni, il sequestro di farmaci, stent, cateteri ed altro materiale scaduto. I controlli dei carabinieri si sono concentrati su 3 reparti: Emodinamica, Elettrofisiologia e Neuroradiologia. Il sequestro, però, si è concentrato sul primo reparto e nella sala dove si effettuano le diagnosi e le procedure terapeutiche è stato trovato il grosso del materiale scaduto tra cui numerosi farmaci.