Furto di armi alla forestale: condanna a 10 anni per Angelo Buccarella

Un altro imputato è stato prosciolto dall’accusa di spaccio. Tre di loro hanno ottenuto il patteggiamento della pena, mentre i restanti quattro saranno giudicati con il rito ordinario. L’irruzione si verificò a San Cataldo, il 13 luglio 2014.

Sarebbero stati tra i protagonisti del clamoroso furto ai danni del Corpo Forestale, avvenuto nell'estate 2014 a San Cataldo. Uno di essi è stato condannato in abbreviato, l'altro assolto, mentre i restanti due imputati hanno patteggiato la pena.

Il gup Michele Toriello, ha inflitto una pena di:10 anni per Angelo Buccarella, 45 anni di Porto Cesareo ed il pagamento di 22.000 euro di multa e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici (a fronte di una richiesta di 7 anni e 40 mila euro di multa). Il difensore dell'imputato, l'avvocato Giancarlo Dei Lazzaretti aveva chiesto nella determinazione della pena, l'applicazione delle attenuanti generiche, ma il giudice ha applicato soltanto quelle equivalenti e non le prevalenti.

Assoluzione, invece, per Gianni Semerano, 34 anni di Leverano, difensore Pantaleo Cannoletta (come chiesto dal pm, non è stata raggiunta la prova dello spaccio). Sempre nella mattinata di oggi, hanno ottenuto il patteggiamento Ermanno Bianco 42enne di Porto Cesareo, a 4 anni e 6 mesi e 14 mila euro di multa, avvocato Stefano Prontera; Antonio Boris Arcati, 35enne di Leverano a 4 anni e 600 euro difeso dagli avvocati Elvia Belmonte e Cosimo D’Agostino, Salvatore Conte, 48enne di Leverano, a 3 anni e 600 euro, difensori Elvia Belmonte e Giuseppe Romano.

Invece, Fernando Aronne, 52 anni, di Nardò, carabiniere in servizio, Roberto Napoletano, 29enne di Squinzano, Kristian Rocchino Torsello, 38enne di Porto Cesareo così come la moglie, Melissa Romano, di 37 anni saranno giudicati con il rito ordinario. Dovranno presentarsi in data 1 febbraio 2016, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale in composizione collegiale. I quattro imputati sono difesi dagli avvocati: Giuseppe Bonsegna, Francesca Conte, Luigi Rella, Diego Mansi, Giovanni Erroi, Vincenzo Pennetta.
 
La vicenda risulta piuttosto intricata e nell'avviso di conclusione delle indagini vengono contestati a dieci indagati, numerosi capi d'imputazione. Arcati, Bianco, Conte e Buccarella rispondono in concorso, di furto pluriaggravato, detenzione e porto d‘armi da guerra e munizioni. Secondo quanto ricostruito dall’autorità, si sarebbero impossessati della refurtiva, (due mitragliatrici, duecento cartucce, una placca da agente della polizia giudiziaria, un casco) con l’aggravante di aver commesso il fatto: con "violenza sulle cose" (per aver divelto le inferriate della finestra, ad aver abbattuto la porta blindata e scassinato l'armadio con dentro il materiale da sottrarre ); "con abuso di relazioni di ufficio", essendosi avvalsi di informazioni interne dell’impiegato Ermanno Bianco. Arcati è indagato anche per il furto aggravato di un'autovettura e per ricettazione in relazione ad un motociclo; Angelo Buccarella con l'accusa di cessione e detenzione di armi da guerra e munizioni, quale pegno inerente un credito di 3.000 con Drazza Cosimo, a sua volta indagato per ricettazione e detenzione di armi (per il quale è stata concordata una richiesta di patteggiamento a 3 anni di reclusione con l’accusa di ricettazione di un’arma); Bianco è indagato anche per truffa aggravata ai danni della Forestale e falso ideologico aggravato. Lo stesso Bianco, Buccarella e Napoletano in concorso sono accusati di cessione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti come anche Semerano.
 
Vi sono poi, Il carabiniere Fernando Aronne, Bianco e Buccarella, accusati di accesso abusivo a sistema informatico aggravato, per introduzione non autorizzata nel sistema telematico di informazioni interforze del Ministero dell’Interno. I tre sono inoltre indagati per corruzione nell’esercizio della funzione, poiché Buccarella, con la mediazione di Bianco avrebbero dato al carabiniere un’antica giara in terracotta, quale retribuzione non dovuta, poiché quest'ultimo non avrebbe elevato una contravvenzione per copertura assicurativa di un motociclo.

Anche per Kristian Torsello e la moglie Melissa Romano,  oltre che nei confronti di Bianco e  Aronne si configurerebbero le ipotesi di corruzione per l’esercizio di funzione. Avrebbero, in questo caso "ricompensato" il carabiniere con una carabina ad aria compressa, di proprietà di Torsello cui era stata ritirata, in seguito alla momentanea sospensione del porto d’armi.



In questo articolo: