Avrebbero simulato un furto e la distruzione di alcuni beni di loro proprietà, al fine di ottenere attraverso una truffa ben congegnata, il risarcimento da parte dell'assicurazione. Sono stati così arrestati nei giorni scorsi in sei: padre, due figli, un cognato e altre due persone, tutti residenti a San Donato, con l'accusa di "fraudolento danneggiamento dei beni assicurati"; oggi, invece, doveva celebrarsi l’udienza preliminare per cinque di loro, mail Gup Carlo Cazzella ha disposto un’integrazione probatoria (la sesta persona ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato).
I cinque indagati, difesi, tra gli altri, dagli avvocati Andrea Sambati, Luigi Rella ed Andrea Starace, risultano titolari di alcune aziende agricole situate fra San Pietro in Lama e Copertino. Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Francesca Miglietta, essi avrebbero simulato il furto di alcuni macchinari e la distruzione delle proprie serre, per ottenere un risarcimento da parte dell’assicurazione quantificabile in circa un milione di euro. La compagnia, però, effettuò una perizia di parte, sui fatti contestati (risalenti al 2009) ed il consulente appurò che la richiesta di risarcimento dei danni si dovesse ritenere “sospetta”, anche perché la stipula avvenne soltanto due mesi prima dei presunti episodi di furto e danneggiamento.
L'agenzia decise, quindi, di trasmettere una relazione in Procura e in seguito ai necessari accertamenti, il Pubblico Ministero Miglietta chiese il rinvio a giudizio. Nella mattinata di ieri, però, il gup Cazzella non ha proceduto alla decisione sull'eventuale rinvio, poiché ha voluto prima disporre una perizia contabile per stabilire il valore delle aziende e se fossero effettivamente in difficoltà economiche, nel periodo in cui furono denunciati i furti.
Sulla sorte degli indagati, che adesso rischiano di finire sotto processo, il Giudice per l'Udienza Preliminare deciderà il prossimo 20 maggio.