Era accusata di avere rubato preziosi gioielli nella casa di un ingegnere. Nella mattinata odierna, il gup Giovanni Gallo, al termine del giudizio abbreviato, ha condannato una collaboratrice domestica ad 1 anno (pena sospesa e non menzione della condanna). Si tratta di F.B. 50enne di Carmiano, che rispondeva inizialmente dell’accusa di “furto in abitazione”, reato riqualificato dal giudice in “furto semplice”, come richiesto dall’avvocato Eridania Margheriti. In precedenza, il pm Carmen Ruggiero aveva invocato una condanna ben più pesante a 3 anni di reclusione.
Secondo il pm Paola Guglielmi che ha coordinato l’inchiesta, condotta dai carabinieri di Carmiano, F.B. nelle vesti di domestica in servizio presso la famiglia dell’ingegnere Luigina Quarta, consulente informatico presso il Tribunale di Lecce, avrebbe rubato in più occasioni. Tra settembre del 2015 ed aprile del 2016, infatti, si sarebbe impossessata di gioielli e monili, del valore di oltre 50mila euro. Molti di questi oggetti, avevano soprattutto un importante valore affettivo.
I gioielli erano stati occultati in vari punti della casa, ma la domestica era venuta a conoscenza del nascondiglio. Ad incastrarla però, i filmati di alcune microcamere installate dall’ingegnere e il lavoro svolto da un investigatore privato.
Il gup Gallo ha invece prosciolto l’altra imputata S.L., 30enne di Trepuzzi, assistita dall’avvocato Vito Pagano. Era accusa di ricettazione, poiché, avrebbe ricevuto e indossato alcuni oggetti provento del furto perpetrato da F.B.
L’ingegnere Quarta, suo marito e la loro figlia si sono costituiti parte civile con l’avvocato Michele Reale.
