Due versioni diverse dello stesso episodio, fatti che cambiano a seconda dei protagonisti che li raccontano. Teatro, ancora una volta, le campagne di Melendugno dove, in questi giorni, gli uomini di Tap sono impegnati con le “buone pratiche agricole” sugli ulivi che affondano le loro radici lungo il futuro tracciato del gasdotto. Sono stati potati più della metà degli alberi previsti e la multinazionale svizzera conta di finire, salvo imprevisti, nelle prossime ore.
Un giornalista è stato aggredito dalle forze dell’ordine
Un giornalista svedese, giunto nel cantiere insieme ad un collega, aveva appena finito di girare delle immagini nelle campagne di “Contrata Lu Monacu” con un drone, quando sarebbe stato aggredito dagli agenti in tenuta anti-sommossa che sorvegliano i lavori tant’è che nello scontro avrebbe riportato dei graffi alle gambe, alle braccia e alla schiena.
“Ero sulla strada, avevo appena recuperato il drone. Una signora ha raggiunto e mi ha chiesto di seguirla dietro il cordone di polizia. Io le ho chiesto chi era e mi sono trovato strattonato da due poliziotti armati in divisa, ho cercato di spiegare che ero un giornalista, ma non parlavano inglese. Gli attivisti mi hanno notato, hanno cercato di portarmi dalla loro parte, ma la polizia mi ha circondato e strattonato sotto un albero dove lavoravano. È intervenuto un attivista che parlava inglese, mi hanno chiesto il materiale fotografico, io gli ho detto che potevano visionarlo, ma non portarlo via. Mi hanno detto che mi portavano via, poi quando hanno sentito che stavano intervenendo i legali mi hanno lasciato andare“ ha raccontato il giornalista che, secondo alcuni presenti, indossava la pettorina con la scritta “press”.
La versione della Questura
Il personale di Polizia, impegnato a mantenere l’ordine pubblico, ha notato la presenza di un drone volare sul terreno, dove erano concentrate le maestranze impegnate nella potatura degli ulivi e le forze dell’Ordine. A guidare il piccolo velivolo radiocomandato, un 34enne della Repubblica Ceca, presentato dai No Tap come giornalista di una non precisata testata, probabilmente al fine di evitare i controlli. Anche il giovane, in un primo momento, ha rifiutato di fornire le proprie generalità.
A questo punto, il 34enne è stato strattonato da alcuni attivisti del Movimento No Tap per cercare di evitare il confronto con gli uomini in divisa. Nonostante questo, il personale di polizia ha identificato lo svedese che ha confermato di essere il proprietario del drone con cui stava realizzando un reportage sui lavori della Società T.A.P. Peccato però che non aveva chiesto alcuna autorizzazione per volare sulla testa delle persone, cosa assolutamente vietata in Italia.
Contrariamente a quanto riportato da alcune testate, il giornalista Ceco indossava una maglietta rossa con l’effigie di Che Guevara e non aveva nessuna pettorina identificativa, né è stato in grado di mostrare nessun tesserino che lo qualificasse come giornalista. La gamba escoriata risulta appartenere ad altra persona estranea ai fatti descritti.
Tutta l’operazione è stata videoripresa dalla Polizia Scientifica e i filmati saranno inviati all’Autorità Giudiziaria a corredo delle denunce per resistenza a pubblico ufficiale.
Continuano le tensioni tra Tap e manifestanti
Mentre la multinazionale svizzera continua, imperterrita, a potere le piante raggiungendo quota 1070 alberi su 1870 previsti, i manifestanti NoTap, altrettanto imperterriti, tentano di bloccare in tutti i modi i lavori sul cantiere dove sorgerà il tanto contestato gasdotto.
Ieri, un gruppo di attivisti ha bloccato le operazioni impendendo ai mezzi della ditta incaricata di giungere nelle campagne. Per farlo, hanno utilizzato dei grandi massi prelevati dai muretti che costeggiano i fondi. Qualcuno si è persino sdraiato per terra.
