Gite, escursioni e corsi di vela. Servizi di qualità ma inesistenti

Finisce nei guai per pubblicità ingannevole, la titolare di un B&B salentino che offriva agli ignari clienti escursioni servizi aggiuntivi ‘fantasma’.

Turismo, si sa , spesso non vuol dire soltanto sole, mare e relax.
A volte anche brutte sorprese per clienti ignari.Nelle ultime ore, la Guardia di Finanza di Lecce, nell’ambito di un piano d’intervento provinciale orientato al controllo delle offerte di soggiorno alternative proposte dalle strutture ricettive salentine, ha scoperto un caso di pubblicità ingannevole posta in essere dalla titolare di un B&B del sud Salento.

In particolare, i Finanzieri della Tenenza di Casarano hanno appurato che la struttura ricettiva pubblicizzava artatamente, on line, l’offerta di una serie di servizi, in aggiunta al classico trattamento di Bed and Breakfast (letto e colazione), di fatto però non fruibili e nè, tantomeno, accessibili ai clienti della struttura. Gite in barca, escursioni e corsi di vela su derive erano solo “virtuali” seppur pubblicizzati sul sito internet del B&B e sulle relative brochure come servizi aggiuntivi. I depliant, i siti internet , le strutture turistiche in genere, così come ogni forma pubblicitaria hanno lo scopo principale di aiutare il turista  ad orientarsi nella scelta della sua vacanza in un mare di proposte simili.

L’utenza si affida quindi soprattutto alle immagini che danno un anticipo di quanto si troverà una volta arrivati a destinazione; se poi questo non corrisponde al vero si configura la pubblicità ingannevole.

Molto spesso, infatti, capita che le così tanto agognate vacanze vengano rovinate da mancata veridicità di quanto pubblicizzato e non è solamente una questione di correttezza verso il cliente ma anche di pericolosa caduta di affidabilità verso quegli operatori del settore che operano con assoluta trasparenza e professionalità investendo capitali, creando posti di lavoro e mantenendo in piedi un larga fetta di economia.

La titolare del B&B, è stata segnalata, per pubblicità ingannevole, all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per violazione al Codice del Consumo ed ora rischia una multa da 1.000 a 100.000 euro.



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