Giusta l’ordinanza, la sicurezza prima di tutto. Ma senza quei posti di mare moriremo lo stesso. Di crepacuore

L’editorial di Leccenews24 sulla problematica dei crolli della costa adriatica. Il turismo resta il ben piè¹ prezioso per il Salento.

Non c’è nessuna notizia nell’allarme crolli della costa salentina. Anzi, si tratta di un fatto vecchio, una questione nota e arcinota, che solo oggi sta destando una preoccupazione maggiore. E menomale.

Purtroppo cedimenti delle pareti rocciose ne abbiamo registrati ogni anno, in tutte le stagioni, e da molto tempo ci occupiamo del problema, già da quando l’emergenza sembrava cosa vera, mentre adesso tutti hanno capito che di straordinario ed emergenziale non c’è niente. Si tratta, infatti, di fenomeni naturali, ricorrenti e normali, siamo cioè nell’ambito dell’ordinaria amministrazione.
Tutti sanno, da sempre, che la roccia calcarea è soggetta agli agenti atmosferici, che si sgretola facilmente e che può essere pericoloso avvicinarsi ai bordi della scogliera o starci a ridosso.
I luoghi più belli del nostro mare, dove sono custoditi i nostri ricordi, sono proprio lì, a picco sugli scogli, su uno spuntone a rischio crollo.
Avveniva così, quando si andava a pesca e ci si sporgeva sull’estremità della scogliera per calare la canna fissa nel punto migliore, quando ci si faceva il bagno sotto i faraglioni, passando sotto archi naturali scavati dal mare. A Roca, a San Foca, a Torre dell’Orso e a Sant’Andrea. In mille posti diversi, dove nessun cartello ti avvertiva dei rischi, da considerarsi connaturati alle nostre vacanze al mare, in quel mare.

Ma la verità è che siamo vivi per miracolo, le pareti rocciose potevano in qualsiasi momento franarci addosso, e il problema è che lo sapevano tutti, ecco perché consideriamo sacrosanta l’ordinanza della Capitaneria di Porto di Otranto, che probabilmente poteva essere emessa anche vent’anni fa, ma che senza dubbio va nella direzione della tutela della vita umana, cioè la cosa più importante.
Temiamo, tuttavia, di non poter più fare il bagno come sempre abbiamo fatto nella piscina naturale della Poesia piccola a Roca li posti, dove generazioni di giovani leccesi hanno imparato a fare i tuffi da postazioni vertiginose. Pensiamo che sarà impossibile tornare a fare il bagno nuotando nelle acque  de lu Pepe a Sant’Andrea, e siamo sicuri che moriremo di crepacuore se non sarà più possibile nuotare attorno alle “due Sorelle” di Torre dell’Orso, emblema del mare salentino. Un emblema che rischia, però, di trasformasi in un cimelio, con una gigantografia della spiaggia più bella del litorale adriatico italiano e una scritta in sovraimpressione che recita “guardare ma non toccare”.

E’ difficile accettare che le cose stiano in maniera diversa da come le abbiamo pensate e vissute noi. Eppure sappiamo che quella roccia si scava anche a mani nude a volte, e che può venir giù, rovinandoci addosso. Il fatto che non sia mai accaduto è solo una buona statistica, ma non sempre le statistiche sono buone.
Tuttavia siccome non possiamo arrenderci all’idea di dover rinunciare, noi e gli altri, residenti e turisti, al bene più prezioso del Salento, ci auguriamo che chi di dovere faccia quanto possibile e anche quanto impossibile per metterci al riparo dai rischi, dandoci la possibilità di restare a casa nel nostro mare. Magari in tempi ragionevoli, non facendo le solite cose all’italiana che significa “intanto chiudiamo il mare a chiave, poi quando avremo fatto mille tavoli di concertazione e quando troveremo le risorse, lo riapriremo”. Passeranno anni? Il rischio c’è ed è molto alto, almeno quanto il rischio che ci crolli in testa tutta la scogliera.



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