La difesa di Attilio Monosi chiede al giudice la revoca dei domiciliari. In mattinata, per circa mezz’ora, l’ex consigliere comunale di Palazzo Carafa è stato ascoltato su richiesta dei legali Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella.
Nelle scorse ore, infatti, era stata presentata l’istanza di revoca della misura cautelare in Procura e il contestuale nuovo ascolto di Monosi (il quale era stato già sentito dagli uomini della Gdf). L’interrogatorio si è tenuto al quinto piano dell’ufficio gip alla presenza del pubblico ministero Massimiliano Carducci.
Il 48enne leccese ha ribadito che sono oramai cessate le esigenze cautelari e dunque il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato dopo avere presentato le dimissioni.
Il pm, che ha inizialmente espresso parere contrario, dovrà ora valutare l’istanza, alla luce del nuovo interrogatorio. L’ultima parola, ad ogni modo, spetta al gip Giovanni Gallo. La difesa ha ribadito quanto sostenuto in sede di Riesame, quando venne chiesta la revoca della misura. La dr.ssa Verderosa, nelle motivazioni sosteneva che “le dimissioni di Monosi non hanno fatto venir meno l’attualità delle esigenze cautelari“. Monosi “è riuscito ad imporre le proprie decisioni illegittime, tese a favorire persone del suo elettorato, anche a funzionari estranei alla suddetta associazione”.
Stralciata la posizione di Perrone
La Procura chiede il rinvio a giudizio per 47 indagati e stralcia la posizione dell’ex Sindaco di Lecce, Paolo Perrone, nell’inchiesta “Estia” sulle case popolari.
In seguito all’interrogatorio dell’ex Primo cittadino, i pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci dovrebbero, infatti, invocare a breve l’archiviazione.
Dopo avere ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (assieme ad altre 47 persone), Perrone ha presentato un memoriale presso la Caserma della Guardia di Finanza, e successivamente è stato sentito per oltre un’ora dai pm. Perrone assistito dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, assieme al collega Andrea Sambati, ha respinto fermamente gli addebiti e fornito la propria ricostruzione dei fatti.
L’ex Sindaco rispondeva dell’accusa di abuso d’ufficio in concorso con Attlio Monosi, all’epoca dei fatti Assessore all’edilizia residenziale, Pasquale Gorgoni, coordinatore dell’Ufficio patrimonio e Paolo Rollo (Dirigente dell’ufficio casa).
Erano due gli episodi contestati originariamente dalla Procura, tra il 2013 ed il 2015, e riguardavano l’assegnazione arbitraria di una casa, confiscata alla mafia, ad abitanti del quartiere Stadio. Perrone in qualità di “primo cittadino” avrebbe avallato la pratica procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale e sottraendo l’immobile alla gradutoria ordinaria.
La richiesta di rinvio a giudizio per 47 persone
La Procura intanto ha preparato la richiesta di rinvio a giudizio per numerosi politici, dirigenti e residenti del Quartiere Stadio. Adesso sarà il gip designato a fissare l’udienza preliminare, al termine della quale, verrà stabilito se mandare a processo.
I politici
Attilio Monosi, 48 anni di Lecce; Luca Pasqualini, 47 anni di Lecce; Antonio Torricelli, 74 anni di Lecce (consiglieri dimissionari di Palazzo Carafa, attualmente ai domiciliari); Damiano D’Autilia, 41enne; Nunzia Brandi, 71enne. E ancora gli ex dirigenti comunali Pasquale Gorgoni, 63enne di Lecce; Giuseppe Naccarelli, 49enne di Lecce; Vincenzo Specchia, 65enne di Lecce.
I dirigenti e funzionari dell’ufficio casa
Piera Perulli, 51enne, di Lecce; Paolo Rollo, 60 anni di Lecce (per entrambi è stata confermata dal Riesame, la misura interdettiva per 1 anno); Giovanni Puce, 53enne, originario di Maglie; Sergio De Salvatore, 62enne di Lecce (dirigente ufficio Erp);
I presunti “collettori di voti”
Monia Gaetani, 49enne di Lecce; Monica Durante, 40enne di Lecce; Diego Monaco, 41enne di Lecce; Vanessa Tornese, 30enne di Lecce; Rosario D’Elia (detto Andrea), 49enne di Lecce.
Tra gli altri indagati (molti sono residenti del Quartiere Stadio). Douglas Durante, 39enne di Lecce; Liliana Guido, 34enne di Lecce; Antonio Briganti, 54enne di Lecce; Luisa Martina, 49enne di Lecce; Barbara Cazzella, 37enne di Lecce; Raffaele Liccardi, 53enne di Lizzanello; Francesca Sansò, 48enne di Lecce; Ilaria Decimo, 42enne di Lecce; Laura Panzera, 39enne di Lecce; Serena Cervelli, 33enne di Lecce; Andrea Mello, 44enne di Lecce; Vincenzo Raho, 54enne di Lecce.
E ancora Luisa Fracasso, 43enne originaria di Galatina (vigile urbano); Giovanni Bene, 36enne di Lecce; Raffaele Guido, 67enne di Lecce; Nicola Pinto, 30enne di Lecce; Angelica Camassa 30enne di Lecce; Cristian Elia, 41enne di Lecce; Salvatore Rizzo, 60 anni di Lecce; Jessica Palazzo, 38 anni di Lecce; Giuseppe Nicoletti, 65 anni di Lecce; Umberto Nicoletti, 41nne di Lecce; Andrea Santoro, 27 anni di Lecce; Roberta Murra, 40 anni di Lecce; Amedeo Scialpi, 76enne leccese; Fabio Freuli, 52enne di Lecce; Stefano Armenta, 58 anni di Lecce; Pergiovanni Miggiano, 67 anni di Lecce; Sergio Marti, 45 anni di Lecce; Nicolina Pulimeno, 56enne di Corigliano d’Otranto.
Nell’inchiesta (non nell’avviso di conclusione indagini) c’è anche il nome del senatore leghista Roberto Marti, accusato di abuso d’ufficio, falso ideologico e tentato peculato, raggiunto da un avviso di garanzia a parte.
Non compare nell’elenco dei 48 indagati, l’ex Sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone.
Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Corleto, Riccardo Giannuzzi, Umberto Leo, Luigi Covella, Amilcare Tana, Stefano De Francesco, Ivana Quarta, Alberto Paperi, Mario Rossi, Romeo Russo, Benedetto Scippa, Paolo Cantelmo, Mario Ciardo, Antonio Savoia, Salvatore De Mitri, Viviana Labbruzzo, Silvio Verri, Giuseppe De Luca, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe Presicce, Luigi Corvaglia, Francesca Conte, Andrea Sambati, Diego De Cillis, Davide Pastore, Germana Greco
