Indagine FBI su pedo-pornografia: l’imbianchino di Calimera confessa tutto dinanzi al giudice

L’uomo ha riferito che l’attività di raccolta del materiale ‘proibito’ era inizialmente soltanto una sorta di passatempo. Il Gip ha convalidato l’arresto di mercoledì per detenzione di materiale pedo-pornografico, ma ha disposto i domiciliari per G.P. imbianchino di Calimera.

"Era diventata una sorta di droga e l'intervento della polizia l'ho vissuto come una sorta di liberazione". Ha confessato G. P., l'imbianchino di Calimera, attualmente disoccupato, arrestato nella mattinata di mercoledì scorso con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico.

L'operazione di polizia postale rientrerebbe nell'ambito di una più ampia indagine aperta dall'FBI e portata avanti, attraverso delega, dalle procure di Roma e Lecce. Infatti, l'uomo sarebbe stato sentito questa mattina in udienza "per rogatoria". Egli ha riferito innanzi al giudice che inizialmente, l'attività di raccolta di materiale pedopornografico era soltanto sporadica ed era soltanto una sorta di "passatempo"; con il passare delle giornate si sarebbe però trasformata in una passione morbosa ed egli spinto da un impulso irrefrenabile avrebbe cominciato ad accumulare centinaia di foto e video "proibiti". Questa mattina, difatti, si è tenuta l'udienza di convalida davanti al gip Cinzia Vergine. Il 42enne ha dunque dato la sua versione dei fatti, in merito alle numerose foto e video dal contenuto pedopornografico, rinvenute nel suo pc.

Il giudice ha convalidato l'arresto disponendo la custodia cautelare ai domiciliari, come richiesto oggi in udienza dal pubblico ministero Maria Vallefuoco. Ricordiamo che inizialmente era stato eseguito soltanto il fermo dell'uomo, ma in seguito il pm di turno aveva disposto l'arresto e la detenzione  in carcere. Il suo difensore, l'avvocato Massimo Gabrieli Tommasi aveva chiesto la scarcerazione dell'imbianchino di Calimera, poiché riteneva non ci fosse il rischio del pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato.

Ricordiamo che due giorni fa, sulla base delle informazioni in loro possesso, gli investigatori hanno bussato alla porta di G.P. con un decreto di perquisizione. Il calimerese in ogni caso, all'arrivo dei poliziotti presso la sua abitazione avrebbe mostrato ampia collaborazione, consegnando lui stesso il materiale ed i supporti informatici "incriminati".



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