Invia lettere con minacce di morte alla ex convivente. Un foglio era persino macchiato di sangue

Per anni avrebbe perseguitato moglie e figlie, inviando loro lettere anonime e insulti via social network. In una missiva inviata dal carcere aveva persino intriso il foglio con il suo sangue. Un 45enne torna a Borgo San Nicola.

Più volte una donna si era recata in Questura per segnalare il comportamento oppressivo e minaccioso del compagno con il quale aveva da tempo deciso di interrompere qualunque rapporto. La prima denuncia risale al 13 dicembre del 2013 e da allora si sono via via accumulate fino a oggi, quando il personale della Squadra Mobile non ha scritto finalmente la parola fine. Così, per il protagonista di quest’ennesima storia di violenza contro le donne si sono riaperte le porte della casa circondariale alle porte di Lecce. È stato il Giudice per le Indagini Preliminari, Alcide Maritati ritenendo fondato il timore per l’incolumità della vittima e delle due figlie ha ritenuto necessaria la misura cautelare della custodia in carcere, incompatibile la condotta assunta dall’uomo, un 45enne leccese, con gli arresti domiciliari, su proposta del PM M. Carducci.

Le violenze e le minacce continue dell’uomo non solo non erano nuove, ma avevano addirittura costretto la ex convivente a modificare le proprie abitudini di vita, a tollerare passivamente le sue condotte invadenti, creandole uno stato d’ansia talmente forte da inculcarle il serio timore per la sua vita e per quella dei suoi familiari. E le minacce di morte, non sono certo mancate ad avvalorare questa paura.

Persino dal carcere dove era recluso per altri reati, il 45enne le aveva anche inviato una serie di lettere in cui la incolpava di non averle fatto vedere le figlie durante i colloqui. In una delle missive inviate da Borgo San Nicola, aveva persino macchiato il foglio con il proprio sangue, rivolgendo minacce di morte anche alle figlie, diventate sempre più frequenti dal dicembre 2014 quando era stato mandato agli arresti domiciliari a poca distanza dalla casa della ex compagna.

Come detto, non ha risparmiato neanche le figlie che puntualmente offendeva utilizzando i social network. Un incubo durato circa un anno e mezzo, nonostante la convivenza fosse stata interrotta dalla vittima da molto tempo.

I gravi stati di ansia e di stress provati dalla vittima sono comprovati anche da un accertamento medico. Così il personale della Squadra Mobile che ha raccolto le denunce ha documentato con riscontri oggettivi (missive, foto, certificati) le condotte persecutorie del 45enne, in particolare le modalità ossessive utilizzate dimostrano che ha agito con la volontà di controllare la vittima, anche attraverso il coinvolgimento di altri familiari, imponendo la sua presenza alla ex convivente ed alle figlie, non avendo accettato l’interruzione del rapporto sentimentale anche da parte di queste ultime, atteggiamento giustificato dall’aggressività del padre.



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