Inchiesta bis su presunti illeciti ai danni del medico Mauro Minelli: Luigi Pepe rischia il processo

La Procura di Lecce chiede il rinvio a giudizio per il Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce, Luigi Pepe. Adesso il Gip designato dovrà fissare la data dell’udienza preliminare.

La Procura di Lecce chiede il rinvio a giudizio per il Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce, Luigi Pepe. Nelle settimane scorse, il pubblico ministero Paola Guglielmi ha chiuso un secondo filone dell’inchiesta sui presunti soprusi esercitati da Pepe nei riguardi di Mauro Minelli, 60enne ex responsabile dal Centro Imid di Campi Salentina.

Luigi Pepe, 71enne di Surano risponde dell’accesso di abuso d’ufficio
. Non solo lui, anche Amedeo Bianco, 69 anni originario di Napoli ma residente a Torino e Roberta Chiersevani, 70 anni nata a Trieste, con residenza a Gorizia, in qualità di Presidenti, succedutisi all’epoca dei fatti, della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCO).

Adesso il gip designato fisserà la data dell’udienza preliminare e stabilirà se mandare a processo i tre indagati oppure proscioglierli dall’accusa.

I fatti

Pepe, secondo la Procura, avrebbe ostacolato la rinuncia di Minelli all’iscrizione dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Lecce e la successiva iscrizione presso quello di Potenza. Il pm Guglielmi ritiene, infatti, che Pepe avrebbe “falsamente rappresentato alla (FNOMCO) che non vi erano i presupposti legittimanti di legge”. Nei confronti di Minelli, secondo quanto sostenuto da Pepe, era in corso un procedimento disciplinare, avviato attraverso “convocazione dell’iscritto presso l’ordine per essere audito”, precedente la richiesta di rinuncia all’iscrizione all’Albo di Lecce.

In base agli accertamenti condotti dagli uomini di polizia giudiziaria con distaccamento in Procura, tale documento si rivelava inesistente e sarebbe servito a Pepe, afferma il pm, soltanto “al fine di assicurarsi l’impunità sul piano disciplinare, in relazione a tutte le condotte vessatorie sulle quali la Federazione si sarebbe dovuta pronunciare, su istanza del Minelli, che aveva altresì trasmesso l’avviso di conclusione delle indagini a carico del detto Pepe”.

Il Presidente dell’Ordine dei Medici, infatti, è successivamente finito sotto processo per le presunte pressioni sul Centro Imid di Campi Salentina e il suo dirigente Mauro Minelli, al fine di “costringerlo” a dimettersi.

Invece, gli altri due indagati di questa seconda inchiesta, ovvero i Presidenti del FNOMCO Amedeo Bianco e Roberta Chiersevani, avrebbero secondo il pm Guglielmi “omesso di attivare il proprio potere disciplinare nei confronti di Luigi Pepe”. In che modo? Secondo la Procura leccese, “avallando la falsa prospettazione di quest’ultimo, presso il Ministero della Salute e l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Potenza, “ingerendosi così nella materia della tenuta degli Albi riservata ai singoli Ordini, pur in presenza di copiosa documentazione, tra cui una sentenza del Tar della Basilicata, sezione Potenza”.

Dunque, ritiene il pm, i due presidenti nazionali avrebbero in qualche maniera favorito Pepe “al fine di consolidare la posizione apicale di quest’ultimo all’interno dell’ordine di Lecce ed i relativi poteri”.



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