«Tale padre, tale figlio» recita un noto proverbio. In questo caso è l’esatto contrario: «tale figlio, tale padre» perché il primo a finire nei guai è stato Skerdian Mecaj arrestato lo scorso 23 febbraio. L’uomo, un fruttivendolo albanese da anni residente nel Salento, era stato pizzicato dai poliziotti alla guida di un furgone Citroen Berlingo nel quale erano nascosti poco più di 3 chili di marijuana. La droga era stata ‘mischiata’ tra le cicorie e i cavoli, pronte per essere vendute.
Come prassi vuole dopo il sequestro, gli uomini in divisa avevano perlustrato l’abitazione del giovane, al fine di accertare che il 28enne non nascondesse altra sostanza stupefacente. La perquisizione domiciliare era avvenuta sotto gli occhi del padre che in quel momento si trovava in casa. Qualche settimana dopo, invece, anche l’uomo è finito nei guai: si tratta di Agim Mecaj, 52enne volto già noto alle forze dell’ordine.
Tutto è nato quando gli agenti della Squadra Mobile, impegnati in un servizio finalizzato alla repressione del fenomeno dello spaccio, hanno notato in via Fiume un furgone, visibilmente “carico”. Uno dei poliziotti ha riconosciuto l’uomo alla guida come il padre del venditore ambulante finito nei guai soltanto qualche giorno prima. Così, per vederci chiaro hanno deciso di passare all’azione e fermare il conducente in via Dalmazio Birago.
È bastato un controllo più approfondito per scoprire che sul mezzo, maldestramente nascosti da un materasso e una coperta, era occultata la droga. 5 grossi pacchi avvolti nel cellophane, contenente altri pacchetti più piccoli per un totale di 52 involucri.
Basta fare due conti per capire il valore del carico: 120 chili di marijuana venduti a circa 2.200 al kg la merce sequestrata ha un valore di circa 270mila euro.
Il furgoncino è stato ovviamente sottoposto a sequestro.
