Botte alla convivente e minacce al figlio della donna: avvocato condannato a 3 anni

Il 48enne di Brindisi, rispondeva dei reati continuati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minacce aggravate e tentata violenza privata. Gli episodi di violenza si sarebbero consumati a Vernole, tra gennaio del 2011 e marzo del 2013.

maltrattamenti

Avrebbe ripetutamente malmenato la convivente, anche in presenza del figlio di quest’ultima, ed un avvocato è stato condannato a 3 anni di reclusione.

Il giudice monocratico Marcello Rizzo ha ritenuto, il 48enne di Brindisi, G.S., colpevole dei reati continuati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minacce aggravate e tentata violenza privata. In precedenza, il vpo d’udienza Maria Ligorio ha invocato anch’ella 3 anni di reclusione. La madre ed il figlio si sono costituiti parte civile con l’avvocato Stefania Mercaldi. Il giudice ha disposto una provvisionale di 20mila euro in favore della ex convivente e di 10mila per il figlio di lei.
L’avvocato Riccardo Mele, legale dell’imputato, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito e presenterà ricorso in Appello.

Le indagini

Il 48enne di Brindisi, di professione avvocato, era accusato di ripetuti maltrattamenti a danno della convivente di Vernole, con pugni in diverse parti del corpo ed alla testa, insulti di vario tipo, alla presenza del figlio della donna. Non solo, poiché, in un’occasione, il 25 febbraio del 2013, l’uomo le avrebbe lanciato addosso piatti e pentole, provocandole tre ferite da taglio alla mano destra. In altre circostanze, avrebbe minacciato di morte la madre ed il figlio, che cercava di intervenire in suo favore.
Infine, i primi giorni di marzo dello stesso anno, l’avvocato avrebbe mandato dei messaggi minatori all’indirizzo della vittima. In uno di essi, la minacciava di non restituirle i documenti personali se non avesse ritrattato le sue dichiarazioni rese presso il Tribunale dei Minorenni. Infatti, G. S. venne anche raggiunto da un provvedimento con cui veniva limitato il diritto di visita al proprio figlio ( solo alla presenza di un assistente sociale).
Gli episodi di violenza si sarebbero consumati a Vernole, in un arco di tempo compreso tra gennaio del 2011 e marzo del 2013.Le indagini hanno preso il via, dopo la denuncia della vittima presso il centro antiviolenza Renata Fonte.



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