Questa volta, innanzi al gip Edoardo D'Ambrosio si è tenuto l'interrogatorio di garanzia degli indagati raggiunti dalla misura cautelare dei domiciliari. Quasi tutti hanno fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Si tratta di Simone Botrugno, 26 anni di Galatina; Cristian Carluccio 30enne di Lecce; Ivano Cascione, detto Sciallone, 37enne di Sogliano Cavour; Domenico Dell'Avvocata, 24 anni di Cutrofiano; Giuseppe De Matteis, detto trattorista grande, 30 anni di Corigliano d’Otranto; Luigi De Matteis, detto trattorista piccolo, 34 anni di Galatina; Rudy Lubelli, 27enne di Lecce; Luca Marzo, 42 anni di Corigliano d’Otranto; Arcangelo Mengoli detto Cutarino, 29 anni di Scorrano, ma domiciliato a Milano; Andrea Ignazio Monreale, 29 enne di Sogliano Cavour (sarà interrogato lunedì e non oggi come erroneamente riportato ndr.); Cosimo Paglialonga detto Pallunaru, 63 anni di Collepasso; Emiliano Pedone, 41enne di Sogliano Cavour; Antonio Vecchio, detto Capoccione, 36 anni di Sogliano Cavour
Ha risposto alle domande del gip, l'ex assessore Luciano Magnolo (come riportato in un altro articolo). Anche Francesco Epifani, detto Checco, 44enne di Cutrofiano ha fornito la sua versione dei fatti, respingendo gli addebiti.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Donato Sabetta, Michelangelo Gorgoni, Pantaleo Cannoletta, Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia, Elvia Belmonte, Simona Mancini, Maria Luisa Greco, Silvio Giardiniero, Alessandra Antoniotti, Marcello Rizzo e Angela Rizzo.
Nella giornata odierna, il gip Cinzia Vergine ha sciolto le riserve sulle udienze di convalida di ieri. La prima nei confronti di Andrea Icaro, conosciuto come Attila, 37enne di Cutrofiano che è stato ristretto ai domiciliari nell'inchiesta "Contatto", ma dopo la perquisizione in casa è stato trovato in possesso di sei dosi di cocaina ed è stato condotto nella Casa Circondariale di Borgo San Nicola. Il giudice, pur convalidando l'arresto, ha disposto i domiciliari per Icaro.
L'altra convalida dell'arresto ha riguardato Luigi Vecchio, fratello di Antonio, finito ai domiciliari nell'operazione "Contatto". Durante la perquisizione in casa, sono stati trovati un quantitativo di marijuana ed una pistola . Luigi Vecchio ha dichiarato che appartenevano a lui. Si è giustificato, affermando di avere trovato l'arma per strada, mentre passeggiava il cane e di averla poi conservata all'interno della propria abitazione. Anche in questo caso, il gip ha convalidato l'arresto, ma ha disposto i domiciliari per Luigi Vecchio. Entrambi sono assistiti dall'avvocato Michelangelo Gorgoni.
Nella giornata di lunedì vi sarà l'ascolto degli indagati raggiunti da altre misure interdittive.
Intanto la Procura di Lecce ha impugnato l'ordinanza del gip D'Ambrosio innanzi al Tribunale del Riesame riguardo la posizione di quattro indagati: Antonio Coluccia, 60 anni, Michele Coluccia, 58 anni e Luigi Otello Coluccia, 71 anni, tutti di Noha ( frazione di Galatina) e Giuseppe Salvatore Fiorito. Il pm Roberta Licci aveva chiesto l'arresto, ma il gip ha ritenuto non ci fossero le condizioni per l'applicazione della misura cautelare in carcere "per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Rispondono dell'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso perché ciascuno di essi "esercitava il potere direttivo in ordine alla ripartizione del territorio ed alla individuazione dei referenti della zona".
Inoltre, nelle scorse ore, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce, hanno eseguito 47 provvedimenti cautelari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, di cui: 20 in carcere, 17 domiciliari, 7 misure coercitive dell’obbligo di presentazione alla PG e 3 interdizioni temporanee dai pubblici uffici, a carico di altrettante persone accusate a vario titolo di: “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “detenzione abusiva di armi”, “ricettazione”, “rapina”, “furto aggravato”, “porto abusivo di armi”, “detenzione e spaccio di stupefacenti”, “abuso d’ufficio”, “usura”, “favoreggiamento personale”, “falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale”, “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, “rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio”, “truffa”, “minaccia aggravata” e “lesioni personali” con l’aggravante delle modalità mafiose di cui all’art. 7 L. 203/91.
L’indagine, nell’ambito della quale risultano indagate complessivamente 59 persone, condotta nel periodo che va dal febbraio 2013 al giugno 2016 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Maglie, denominata “Contatto” per le molteplici infiltrazioni a vari livelli, anche politico e sociale, ha consentito di disarticolare un’associazione mafiosa facente capo al clan “Coluccia” di Noha-Galatina, operante nel territorio della Provincia di Lecce e, in particolare, nei comuni di: Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Melpignano, Soleto, Sternatia, Cursi, Castrì di Lecce, Martano, Otranto, Calimera, Muro Leccese e Cavallino.
