Migranti in bici, senza giubotto e senza luci. Capoccia: “chi li accoglie dovrebbe educarli a rispettare le regole”

I migranti in bici, non essendo visibili, appaiono all’automobilista quando è ormai troppo tardi per evitare il peggio. Le proposte di Sentire Civico.

Sempre più spesso, sulle strade del Salento si incrociano migranti in bicicletta. Nulla di strano, se il mezzo a due ruote può favorire l’inclusione sociale dando agli “stranieri” la possibilità di spostarsi autonomamente dalle strutture che li ospitano, spesso periferiche e mal servite dai mezzi pubblici, al cuore della città o di raggiungere il posto di lavoro.

Il punto è che, molto spesso, sono ‘invisibili’. Non hanno nessun indumento catarifrangente o oggetto luminoso che possa segnalare la loro presenza agli automobilisti. Diventano, quindi, un pericolo per sé stessi come dimostrano alcuni casi di cronaca anche recenti e per gli altri.

Le segnalazioni non si contano più, anzi si moltiplicano ogni volta che tramonta il sole. Il copione si ripete quasi ovunque, che siano stradine di campagna poco frequentate o arterie ‘principali’. Pedalano, molto spesso contromano e senza rispettare le regole perché nessuno ha insegnato loro il codice  della strada e – come detto – sono poco visibili. Si  materializzano all’improvviso, delle volte quando è troppo tardi per evitare l’impatto. Eppure  le tragedie dovrebbero insegnare qualcosa o, quanto meno, dovrebbero servire ad evitare che si ripetano.

Per questo Giancarlo Capoccia, Coordinatore Provinciale del Movimento Politico Culturale Sentire Civico di Lecce ha voluto riaccendere i riflettori sul problema non solo salentino. Ci sono comuni sparsi qua e la in Italia che hanno organizzato o promosso corsi per educare gli stranieri ad andare in bicicletta o donano loro pettorine catarinfrangenti.

«Sarebbe auspicabile – si legge in una nota – che, non solo gli immigranti siano istruiti al codice della strada in vigore nel nostro Paese, a cura di chi ne è il responsabile o chi li accoglie, ma si ritiene necessario che le biciclette date loro in dotazione siano perfettamente efficienti e dotate, dunque, di tutti i sistemi di segnalazione per le ore notturne. Tutto ciò al fine di evitare la possibilità di gravi incidenti e disagi agli automobilisti, i quali, tra le altre, molto spesso sono costretti ad utilizzare su tali strade e nelle ore notturne i fari alti, infrangendo le norme di buona conduzione dell’autovettura».

Tanto basta per chiedere al Prefetto di intervenire con strumenti opportuni al fine di sensibilizzare le cooperative che gestiscono i centri di accoglienza sulla necessità di istruire i migranti sulle norme del codice della strada italiano, obbligarli ad indossare di notte strumenti ad alta visibilità e a dotarli di biciclette efficienti.



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