L’assassino reo confesso di Antonio Amin Afendi, ritenuto dagli inquirenti un personaggio di spicco della criminalità organizzata e freddato nel marzo del 2024, con tre colpi di pistola nel centro di Casarano (era già scampato in precedenza ad un agguato), ha ottenuto gli domiciliari con braccialetto elettronico, per motivi legati alla difficile condizione e gestione familiare dell’imputato. Va detto che nel maggio scorso, la Corte di Cassazione aveva rinviato gli atti al Riesame, dopo che quest’ultimo aveva respinto (in linea con quanto stabilito dal gip Anna Paola Capano) la richiesta dei difensori di concedere a Sarcinella una misura cautelare meno afflittiva.
Il tribunale del Riesame, questa volta, ha accolto il ricorso dei suoi legali, gli avvocati Simone Viva e Giuseppe Presicce
Intanto, è in corso il processo davanti alla Corte d‘Assise di Lecce (presidente Pietro Baffa). I giudici hanno respinto la richiesta di rito abbreviato dei suoi legali. L’istanza era stata presentata nel caso in cui fosse venuta meno l’aggravante contestata e potrà essere reiterata.
I fatti risalgono alla mattinata del 2 marzo scorso, verso le 11, quando Antonio Amin Afendi, soprannominato “L’Immortale” venne avvicinato da Lucio Sarcinella, che era a bordo di un auto. E venne colpito all’addome ed al torace, nei pressi di un bar pieno di gente, nel centro del paese, con tre colpi di revolver.
Il 29enne, finito in carcere per omicidio, dichiarò di avere sparato, poiché esasperato dalle continue minacce rivolte alla famiglia, pur escludendo di avere agito con premeditazione.
Nei giorni successivi all’omicidio ci fu il blitz “Fortezza” dei carabinieri che portò a 13 arresti a Casarano per droga e armi. Tra gli indagati compariva anche il nome di Afendi, 33enne del posto, visto che l’inchiesta faceva riferimento a fatti precedenti all’omicidio del 2 marzo.
