Ciclista morto durante gara amatoriale: condannato a 2 anni l’organizzatore

Secondo l’accusa, l’organizzatore della manifestazione avrebbe dovuto impedire al conducente del trattore (che investì il ciclista) di accedere al percorso.

Arriva una condanna a due anni (pena sospesa) per la tragica morte di un ciclista durante una gara amatoriale.

Il giudice monocratico Valeria Fedele ha ritenuto R.C., presidente del gruppo ciclistico “Capo di Leuca” e organizzatore della competizione, colpevole di omicidio colposo. È difeso dal legale Carlo Chiuri.

Gli altri due imputati sono stati assolti dalla stessa accusa. Si tratta di R. D.A., membro della Protezione civile e osservatore di gara, assistito dal legale Giuseppe Castelluzzo. E S.S, l’uomo che alla guida di un trattore investì il ciclista uccidendolo, difeso dall’avvocato Mario Coppola.

In precedenza, il vpo d’udienza Maria Ligorio aveva invocato la pena di 2 anni e 6 mesi per R.C.e l’assoluzione per gli altri due imputati.

Secondo l’accusa,  in qualità di organizzatore della manifestazione, il Presidente avrebbe dovuto impedire al conducente del trattore, di accedere al percorso. Non solo, poiché avrebbe omesso di collocare un’adeguata segnaletica e di garantire una certa presenza di personale per controllare il flusso stradale.

I fatti

Il ciclista Massimo De Palma, originario di Lucera, perse la vita l’11 aprile del 2010 durante una corsa, “7mo Giro del Capo di Leuca”, in sella alla sua bici.

Il 37enne era impegnato ad affrontare una curva in discesa, in agro di Salve, sulla provinciale che conduce alla marina di Pescoluse. Improvvisamente venne travolto da un trattore che sopraggiungeva nel senso opposto di marcia e nonostante i soccorsi immediati, non riuscì a salvarsi.



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