I genitori chiedono chiarezza, con una lettera inviata in Procura, per la morte del figlio trovato impiccato ad un albero nelle campagne del sud Salento nell’estate di due anni fa. È la vicenda di Ivan Ciullo, soprannominato “Navi”, per la quale nel febbraio scorso, il gip aveva chiesto nuove indagini.
Il giudice aveva emesso un’apposita ordinanza, con cui accoglieva l’opposizione all’archiviazione dell’inchiesta, sulla morte dello speaker di Radio Salentuosi. Dunque, il pubblico ministero Carmen Ruggiero, al termine di ulteriori indagini, dovrà esprimersi sull’esito. Al momento, ci sarebbe un nominativo iscritto nel registro degli indagati e al termine degli accertamenti, potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio. Potrebbe però trattarsi solo di un atto dovuto per espletare tutti gli accertamenti del caso e successivamente chiedere l’archiviazione del procedimento. Ricordiamo che il pm Carmen Ruggiero, dopo aver aperto un fascicolo d’indagine al seguito del decesso, con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio a carico di ignoti, aveva già chiesto l’archiviazione.
Intanto, i familiari chiede “giustizia”, attraverso una missiva recapitata al procuratore capo Leonardo Leone De Castris. Inoltre, dopo aver scoperto che gli abiti indossati il figlio al momento della tragedia sono andati distrutti, hanno presentato una denuncia-querela.
Non solo, poiché gli avvocati Francesca Conte e Paola Scialpi difensori della famiglia, chiedono per mezzo di apposita istanza, di entrare in possesso di tutte le fotografie realizzate in fase d’indagine.
I legali “sollecitano” ulteriori accertamenti su chi, per ultimo, ha avuto contatti con il dj salentino, ritenendo che fosse al corrente della sua intenzione di farla finita (avanzano anche l’ipotesi accusatoria di omissione di soccorso). Si tratterebbe di una persona con cui Ivan Ciullo avrebbe avuto un legame sentimentale. Inoltre, ritengono che la posizione in cui Ivan è stato trovato con il cavo intorno al collo, ai piedi dell’albero, non sia compatibile con il suicidio per impiccamento.
L’ordinanza del gip
Nell’ordinanza, il gip Vincenzo Brancato chiedeva al pm di “ricostruire i contatti telefonici intercorsi il 21 giugno del 2015, tra Ivan Ciullo e ….a mezzo delle utenze telefoniche rispettivamente in uso”. Dunque, il gip riteneva “necessario precisare i relativi orari e comunque chiarire ulteriormente il tenore dei rapporti avuti dai due, dal 20 al 23 giugno del 2015”. Nello specifico, individuare le celle telefoniche agganciate sia dal telefono di Ciullo che dallo smartphone, tablet ed utenze in uso all’altra persona in quel periodo. Non solo, anche estrapolare il contenuto dei messaggi inviati da quest’ultima a “terzi”. Inoltre, accertare se avesse installato un gps ed eventualmente acquisire dati e file. Infine, il giudice disponeva di acquisire presso la compagnia assicurativa, una copia del file riguardante la durata della sosta effettuata il 21 giugno dall’autovettura condotta dal Ciullo nella via dove era situata l’abitazione di questa persona.
Il giudice ha invece rigettato le altre istanze avanzate dai difensori. Anzitutto, la richiesta di riesumazione della salma per effettuare l’autopsia, poiché sul corpo di Ivan venne eseguita soltanto un’ispezione cadaverica. Anche la richiesta di una perizia calligrafica e grafologica. Nel corso delle indagini fu ritrovata nella macchina, una lettera d’addio scritta al computer e priva di data; dagli accertamenti effettuati sul foglio e sulla busta, secondo la difesa, non sarebbe giunta alcuna conferma che la calligrafia fosse quella di Ivan. I legali della famiglia Ciullo avevano inoltre depositato una consulenza di parte affidata alla dr.ssa Isabel Martina (fa parte dello staff della nota criminologa Roberta Bruzzone), per tracciare un profilo psicologico della persona deceduta.
I fatti
Il corpo di Ivan Ciullo, 31enne di Acquarica del Capo fu trovato impiccato ad un albero nelle campagne del sud Salento nell’estate di due anni fa.
Del giovane Dj non si avevano più notizie dal pomeriggio del giorno prima. La mattina dopo, la madre si è presentata disperata e preoccupata in caserma per chiedere aiuto. Così sono partite le ricerche. Una volta ritrovata l’auto, non è stato difficile scoprire, purtroppo, anche il resto. I Carabinieri della stazione di Presicce insieme agli agenti della locale Polizia Municipale sono giunti sul posto per i primi rilievi e per ricostruire quei drammatici momenti.
La vicenda giudiziaria sulla misteriosa morte del giovane dj sta avendo una notevole eco mediatica suscitando l’interesse delle troupe televisive di “Chi l’ha visto” e “Quarto Grado”.
