Nessuna fittizia intestazione di beni, né tantomeno, la partecipazione agli affari del presunto gruppo criminale. È quanto emergerebbe dall'interrogatorio di garanzia di Francesco Palumbo, accusato di associazione per delinquere ed illecita attività finanziaria. Il 44enne galatinese è stato sentito questa mattina dal Gip Giovanni Gallo alla presenza dei suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Bonsegna e Giuseppe Minafra ed ha anzitutto negato ogni addebito in merito ad una sua partecipazione agli affari illeciti di un sodalizio con base a Galatina.
In particolare Francesco Palumbo, in merito all'accusa di avere acconsentito alla fittizia intestazione di beni operata in suo favore dal padre Carlo Palumbo, per "difendere" il patrimonio di quest'ultimo dall'eventuale applicazione di misure di prevenzione patrimoniale, ha affermato di non esserne al corrente.
I suoi difensori, hanno intanto avanzato l'istanza di scarcerazione per il proprio assistito. È stato, invece, rinviato a domani l'interrogatorio del padre, l'80enne Carlo Palumbo, anch'egli difeso dagli avvocati Bonsegna e Minafra. Egli risponde delle accuse di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti ed estorsione. In particolare, dovrà dimostrare come gli ingenti proventi accertati dalla GdF siano frutto di attività lecite, messe in essere attraverso la partecipazione alle aste giudiziarie.
Oggi era previsto anche l'interrogatorio di garanzia di Antonio Gianluca Notaro, 34enne, il padre Luciano Notaro, 70enne, Mario Notaro, 72enne fratello di Luciano,Luigi Sparapane, 57enne, ed il figlio Fabio Sparapane, 29enne. Essi rispondono a vario titolo ed in diversa misura dei reati di usura, violenza, privata, estorsione, abusivo esercizio dì attività finanziaria, riciclaggio, turbata libertà degli incanti. I cinque indagati, difesi dall'avvocato Antonio Savoia, non hanno però rilasciato dichiarazioni e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.Luigi Sparapane sarebbe, assieme a Carlo Palumbo tra i promotori, realizzatori e finanziatori della compagine criminale che avrebbe agito prevalentemente sul territorio di Galatina tra il 2004 ed il 2014; Mario Notaro e suo fratello Luciano avrebbero avuto il ruolo di sollecitare la restituzione di somme di denaro concesse ai creditori. Fabio Sparapane e Antonio Gianluca Notaro addetti alla "materiale riscossione di tali somme di denaro, nonché alla custodia ed alla successiva negoziazione di titoli di credito".
Su tutti gli indagati peserebbe anche l'accusa di una condotta aggravata dal ricorso al metodo mafioso, poiché avrebbero fatto leva sulla notoria appartenenza di taluni di essi ( Mario Notaro e Luigi Sparapane) al clan mafioso dei Coluccia di Galatina.
