In carcere per omicidio di Khalid Lagraidi: Marco Barba sarà trasferito presso una struttura sanitaria

U’ Tannatu è detenuto a Taranto. Sulla scorta di una consulenza medica, presentata dalla difesa ed accolta dal giudice, dovrà essere trasferito presso un istituto di cura pubblico per accertamenti medici.

Marco Barba sarà trasferito in una struttura sanitaria, per accertamenti medici. Il Presidente Stefano Sernia della prima sezione collegiale ha accolto l’istanza dell’avvocato Fabrizio Mauro, difensore del 43enne di Gallipoli, detto U’ Tannatu.

Barba è detenuto presso il carcere di Taranto. Sulla scorta di una perizia del consulente di parte Oronzo Greco, accolta dal giudice, dovrà essere trasferito presso un istituto di cura pubblico.

Il provvedimento del Tribunale di Lecce si è reso necessario poiché “delle rilevate patologie e dell’incapacità di attendere ai normali bisogni, non si offre, dalla direzione sanitaria della casa circondariale, adeguata spiegazione“.

Anzitutto, gli accertamenti riguarderanno le difficoltà di deambulazione di Barba, ma anche una forma tumorale da cui sarebbe affetto il detenuto. Il tutto “dovrà avvenire con assoluta urgenza”, anche per consentire a U’Tannatu di partecipare alle prossime udienze dei due processi che lo riguardano.

Il 23 marzo prossimo è prevista la sentenza con rito abbreviato, per l’omicidio di Khalid Lagraidi. Nei giorni scorsi, dall’Aula Bunker di Borgo Nicola, il pubblico ministero Alessio Coccioli ha chiesto l’ergastolo per Marco Barba.

L’ex pentito è accusato di aver ammazzato a sangue freddo Khalid Lagraidi, l’ambulante marocchino “ritrovato” in un contenitore metallico, in contrada ‘Madonna del Carmine’, alla periferia di Gallipoli.

Risponde di omicidio volontario, aggravato dai motivi abietti e futili e dalla premeditazione. Non solo, anche di occultamento di cadavere (in concorso con la figlia Rosalba).

Barba ha affermato, durante l’incidente probatorio, di avere ucciso l’uomo per gelosia e in preda ad un attacco di ira, dopo averlo sorpreso in atteggiamenti ‘intimi’ con la figlia, la stessa che ha consentito di far ritrovare il corpo senza vita dello straniero. Rosalba ha dichiarato agli inquirenti che il padre uccise Lagrahidi perché gli aveva rubato un pezzo di hashish.

Barba è finito sul banco degli imputati, dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale (Presidente Stefano Sernia), anche per la vicenda estorsiva ai danni del consigliere comunale di Gallipoli, Sandro Quintana. U’ Tannatu avrebbe consegnato il “plico”, composto da due proiettili e da una lettera d’accompagnamento minatoria, ad un ragazzo per farlo recapitare al ristorante “Mare Chiaro” della famiglia Quintana il 9 settembre 2016.