Il meccanico di Patù interrogato in Procura: “Non sono io l’assassino di Noemi Durini”

Davanti al pubblico ministero della Procura ordinaria, il meccanico di Patù, assistito dall’avvocato Luca Puce, ha ribadito di essere assolutamente estraneo all’omicidio di Noemi Durini.

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In mattinata, si è tenuto l’ascolto del 49enne di Patù Fausto Nicolì, tirato in ballo da L. attraverso una lettera consegnata ad un agente di Polizia Penitenziaria.

Dinanzi al pubblico ministero Donatina Buffelli della Procura Ordinaria e della dr.ssa Anna Carbonara di quella dei Minorenni ed alla presenza del Comandante Paolo Nichilo, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, il meccanico ha ribadito di essere “totalmente estraneo all’omicidio di Noemi Durini“. Nicolì ha risposto a tutte le domande del magistrato inquirente, ribadendo in merito alla lettera di L. ” è il castello di sabbia di un burattino”.

L’avvocato Luca Puce, legale di Fausto Nicolì, ha dichiarato: “Nicolì ha risposto puntualmente ed in maniera assolutamente esaustiva ad ogni domanda postagli da ambedue i Pubblici Ministeri di indagine, presenti oggi all’interrogatorio, fornendo, così, ulteriori tasselli cognitivi per una più completa ricostruzione della vicenda. Più volte ed a gran voce, durante le quattro ore di ascolto, ha rivendicato, con ferma determinazione, la propria assoluta estraneità in ordine a tutti gli addebiti contestati, chiarendo in toto ruoli e condotte e mostrandosi non poco amareggiato per le gravi accuse mossegli da L. e per l’assurda piega assunta da questa storia.”

Nei giorni scorsi, il 49enne di Patù è stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, con l’accusa di omicidio volontario. Risponde anche dell’ipotesi di reato di prostituzione minorile. Infatti, sempre in base a quanto dichiarato da L., egli avrebbe organizzato delle feste nella sua villa e offerto ai fidanzatini, e ad altri minori, della marijuana se si fossero fatti immortalare, attraverso un video, in scene di sesso.
L’iscrizione, al momento, è finalizzata a poter procedere a tutti gli accertamenti investigativi del caso. Intanto, i militari hanno già effettuato una perquisizione in casa del meccanico, acquisendo telefonino, computer, pen-drive ecc.

Occorre ricordare che dopo la confessione, nel corso della trasmissione di Rete 4 “Quarto Grado, si faceva riferimento ad una lettera in cui L. faceva “marcia indietro” sull’omicidio di Noemi.

La lettera

Nella missiva, Il ragazzo di Montesardo puntava nuovamente il dito contro il 49enne. Ora, gli inquirenti intendono verificare se vi siano “tracce” dell’auto del meccanico, nei filmati delle numerose telecamere presenti lungo il percorso indicato da L. Il 18enne accusa Nicolì di avere raggiunto la coppia a Castrignano del Capo, a bordo di una Seat nera, portando con sé una pistola, che sarebbe servita ad eliminare i genitori del ragazzo. Successivamente, vi sarebbe stata una lite, e Noemi sarebbe stata colpita con un coltello dal meccanico.

Nicolì aveva già denunciato L. e suo padre tempo fa, ed ora si è dunque visto nuovamente tirato in ballo dal 18enne.

La perizia psichiatrica

Intanto, pochi giorni fa, sono stati depositati i risultati della perizia psichiatrica dei medici indicati dal gip, dalla quale è risultato come L. al momento del fatti – ancora minorenne – era capace di intendere e di volere. Inoltre, risulterebbe capace di stare in giudizio e dunque di affrontare un eventuale processo. Intanto è fissato per il prossimo 8 febbraio, l’incidente probatorio in cui i vari specialisti nominati dalle parti esporranno gli esiti delle proprie perizie.

Invece, sempre nel corso della trasmissione “Quarto Grado” sarebbero emersi nuovi dettagli sull’esame autoptico. Le cause della morte di Noemi sarebbero da ricondurre esclusivamente a più colpi di coltello e non di pietre. Non solo, poiché nel momento in cui l’assassino l’ha ricoperta di massi occultandone il corpo, Noemi sarebbe stata, seppur agonizzante, ancora in vita.



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