La famiglia prima di tutto, i nomi dei componenti del clan Caracciolo-Montenegro finiti in manette

Alessandro Caracciolo e la moglie Maria Montenegro, abbandonato il clan Tornese, avevano creato un gruppo criminale che si era assicurato il controllo del territorio.

Un tempo facevano parte del clan Tornese, una delle storiche costole della Sacra Corona Unita, ma con il passare del tempo avevano preso le distanze dal gruppo, intenzionati a continuare da soli sulla strada della criminalità. Alessandro Caracciolo, conosciuto nell’ambiente come “Frasola” e la moglie Maria Montenegro, entrambi di Monteroni, erano riusciti a ‘svincolarsi’ per tentare di conquistare il potere, riuscendo gradualmente ad assicurarsi a suon di conflitti il controllo del territorio.

Una vera e propria associazione a delinquere di stampo mafioso – come scritto nero su bianco nel provvedimento emesso dal Gip – che ha consentito alla famiglia di Monteroni di allungare le mani su tantissimi settori che gestivano in modo “imprenditoriale”. Attentissimo alla contabilità, il clan tratteneva il cosiddetto «punto» sugli introiti – una percentuale in misura non inferiore al 20% sulle attività ‘organizzate’, o meglio imposte.

Nonostante il modus operandi, noto per la ‘violenza’, il gruppo aveva fatto del consenso sociale un marchio distintivo. Lo dimostrerebbero le ripetute richieste ai vertici dell’organizzazione affinché si interessassero per dirimere le più disparate controversie private o per tornare in possesso di beni o merci precedentemente rubati.

L’operazione denominata “Battleship” ha dimostrato, ancora una volta, il ruolo chiave delle donne del “clan”. Volti sempre più ‘presenti’. Impartivano ordini, dirigevano le operazioni, anche le più delicate e spesso ci mettevano la faccia rendendosi protagoniste di minacce ed intimidazioni. Imponevano la “forza” e la “presenza” della famiglia verso coloro i quali si fossero rivelati riluttanti ad accettare l’egemonia criminale dei “Caracciolo – Montenegro” nel Sud Salento.

I nomi degli arrestati

Mirco Burroni, classe 1983 di Lequile. Angelo Cosimo Calcagnile, detto “Candelotto”, 1975 di Leverano. Alessandro Caracciolo, detto Frasola, considerato il deux ex machina del gruppo criminale che guidava insieme alla moglie, classe 1962 di Monteroni. Maria Antonietta Montenegro, consorte e braccio destro di Frasola, classe 1969 di Monteroni.

Importante il ruolo delle donne tra cui il nome spicca il nome di Simona Caracciolo, classe 1991 di Monteroni.

E ancora Salvatore Conte, classe 1967 di Leverano. Antonio Cordella, classe 1986 di Copertino. Piergiorgio De Donno, classe 1986 di Porto Cesareo. Alessandro Francesco Iacono, classe 1983 di Leverano. Massimiliano Lorenzo, classe 1976 di Monteroni che si trovava già in cella quando gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Cristian Nestola, classe 1985 di Leverano. Andrea Quarta, detto Bisca, classe 1982 di Leverano. Michele Antonio Ricchello, classe 1975 di Alliste. Andrea Ricchello, classe ’87 di Monteroni di Lecce.