La Procura antimafia di Lecce procede a grandi passi nella guerra ai clan che hanno seminato paura e terrore nel Nord Salento e nelle scorse ore ha chiuso l'inchiesta relativa alla ormai nota operazione "Eclisse", effettuata nei mesi scorsi dagli uomini delle forze dell’ordine. Ben 91 persone hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini.
Negli ultimi mesi, il numero degli indagati è cresciuto in maniera esponenziale raggiungendo appunto quota novantuno, grazie anche alle dichiarazioni rese del neo-collaboratore di giustizia Gioele Greco. Il 28enne leccese è balzato ultimamente agli onori delle cronaca per le scottanti rivelazioni sugli affari sporchi della malavita organizzata leccese, principalmente nell'ambito del traffico di droga e della riscossione di denaro attraverso azioni estorsive ed intimidatorie. La sua scelta di diventare un "pentito", sottolineata nella lettera indirizzata alla zia, ricordiamo, ha avuto anche altri risvolti.
La famiglia di Greco si è fin da subito dissociata dalla decisione del figlio ed il padre ha rimarcato il fatto che oramai i rapporti con lui sono stati interrotti da diversi anni. Ciononostante, proprio nelle ultime ore, le temute ritorsioni dei suoi ex sodali, non si sono fatte attendere, visto che è stata incendiata in zona Salesiani l'auto della compagna del padre di Gioele Greco.
Le carte dell'inchiesta, oltre a rivelare i loschi affari della malavita leccese, raccontano la guerra tra clan, una guerra combattuta a colpi di atti intimidatori, colpi di pistola contro negozi e abitazioni effettuati con spavalderia e noncuranti del fatto che gesti simili possano attirarsi addosso l'attenzione delle Forze dell'ordine, estorsioni, traffico di droga, persino spedizioni punitive all'interno degli istituti penitenziari, tra i quali primeggiano quello dei fratelli Leo di Vernole e di Ivan Firenze assieme a Cristian Pepe.
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