Interdittiva antimafia per la società affidataria del Parco di Belloluogo, si preannuncia ricorso al Tar

La Prefettura, nelle scorse ore, ha emesso il provvedimento dopo l’arresto, tra gli altri, di Andrea Pepe, il papà dell’amministratrice della società, estranea all’inchiesta Final Blow.

parco-belloluogo-a-lecce

Arriva l’interdittiva antimafia per la società affidataria del Parco di Belloluogo.

La Prefettura, nelle scorse ore, ha emesso il provvedimento dopo l’arresto, tra gli altri, di Andrea Pepe, il papà dell’amministratice della società. E l’interdittiva sarebbe scattata anche per il legame di parentela, anche se Sabrina Pepe, figlia di Andrea, è estranea all’inchiesta Final Blow.

Inoltre, la società da lei amministrata, ha rimosso il padre da ogni incarico, all’indomani del suo arresto. Intanto, la difesa della società, rappresentata dall’avvocato Luigi Quinto, annuncia il ricorso al Tar.

Ricordiamo che nell’ordinanza di misura cautelare, a firma del gip Simona Panzera, con cui sono state arrestate 68 persone, sarebbero emersi gli interessi del clan capeggiato da “Totti” Pepe per il Parco di Belloluogo; soprattutto nell’attività di guardiania e parcheggio connesse agli spettacoli musicali.

E poi, nell’ordinanza, sono venute a galla una serie di presunte minacce all’assessore Paolo Foresio, dopo la decisione di annullare il concerto dei Sud Sound System al Parco di Belloluogo, previsto per il 1 giugno del 2018. Difatti, il giorno prima dell’evento, il Comune di Lecce aveva emesso un provvedimento di diniego, poiché l’iniziativa era incompatibile con la gestione dell’area a verde pubblico. E allora, in una conversazione tra Stefano Monaco, “Totti” Pepe ed il cugino Andrea Pepe, emerge l’ira di quest’ultimo, Consigliere della società che si era aggiudicata la gestione di alcune attività all’interno del parco.

Ecco la conversazione intercettata dagli inquirenti, che testimonia le minacce verso l’Assessore alle Attività Produttive del Comune di Lecce, Paolo Foresio.

Andrea Pepe: “L’altro ieri a Foresio sai se che gli ho detto? All’Assessore… che ti do uno schiaffone… ho detto… e ti faccio saltare la testa dal collo… perché hanno fatto certi manifesti no?… il danno che stai facendo a noi lo devi pagare a caro prezzo, lo devi pagare”.

Inoltre, le conversazioni intercettate, dimostravano come Totti Pepe, Stefano Monaco e Valentino Nobile, con il contributo di Maurizio Greco, gestissero anche all’interno del Parco di Belloluogo (riconducibile ad Andrea Pepe, cugino di Totti) l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.



In questo articolo: