Furti d’auto a Bari e Triggiano, 5 persone in manette all’alba. Un arresto anche a Lecce

L’operazione, denominata “Lockdown”, è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Monopoli. Gli arrestati indagati in concorso per i reati di furto aggravato e ricettazione.

Furti d’auto a Bari e Triggiano, 5 persone in manette all’alba. Un arresto anche a Lecce

L’operazione, denominata “Lockdown”, è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Monopoli. Gli arrestati indagati in concorso per i reati di furto aggravato e ricettazione.

Erano dediti al furto di auto, in particolare nelle città di Bari e Bitonto ma, al termine delle indagini, per loro si sono aperte le porte del carcere.

Alle prime ore dell’alba, nelle provincie di Bari, Foggia e Lecce, i Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Bari – Sezione del Giudice delle indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica locale, nei confronti di 5 persone, indagate in concorso per i reati di furto aggravato e ricettazione.  L’operazione è stata denominata “Lockdown”.

Gli arrestati

A essere destinatari del provvedimento sono stati: Gaetano Rossiello, 35enne, di Bitonto; Roberto Brilli, 47enne, di Bitonto; Luciano Lella, 54enne, di Bitonto; Giuseppe Pantaleo, 51enne, di Bitonto; Gerardo Russo, 49enne, di Orta Nova. A uno degli arrestati odierni il provvedimento è stato notificato presso il carcere di Lecce, dove si trova detenuto per altro reato.

L’indagine, condotta fra febbraio e luglio 2020, ha consentito di disarticolare una rete di persone, originarie di Bitonto e dedite ai furti di auto, rubate soprattutto nella città di Bari e in seguito trasportate presso un autodemolitore del foggiano, che provvedeva allo smontaggio dei pezzi e all’immissione in un mercato parallelo.

In particolare, è stato ricostruito il modus operandi degli indagati, tutti gravati da precedenti per reati contro il patrimonio, operativi anche durante il periodo del lock- down.

Il modus operandi

Il gruppo, specializzato nel settore, sceglieva il mezzo da rubare solo dopo un accurato sopralluogo e utilizzava, all’occorrenza, centraline clonate e chiavi contraffate, mentre la fuga era garantita da una “staffetta” che segnalava l’eventuale presenza delle forze di polizia. Le autovetture, una volta asportate, venivano nascoste presso un uliveto sito nelle campagne di Bitonto e  “bonificate”, ovvero private di eventuali sistemi di allarme o di localizzazione.

I militari dell’Arma hanno documentato vari furti di autovetture, per un valore complessivo stimato in circa 200mila euro, che per singolare ricorrenza di alcuni veicoli presi particolarmente di mira, avevano fatto registrare un crescente allarme fra la popolazione. Il “giro di affari” del circuito illecito è stato quantificato in circa 1.500 euro il prezzo di ogni auto ceduta al ricettatore, il quale, a sua volta, la “piazzava” a un prezzo non inferiore a euro 1.800.

L’attività di indagine ha consentito, inoltre, di accertare come tra i propositi degli arrestati rientrasse anche quello di incendiare l’autovettura di un sottufficiale dell’Arma, quale “ritorsione” per aver recuperato parte di un carico di generi alimentari, proveniente dal “Fondo aiuti Europei agli indigenti” e destinato a un’associazione umanitaria di Bari, trafugato da uno degli indagati durante un raid notturno.

 



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