Operazione ‘Twilight’: cade l’associazione mafiosa e il Riesame scarcera i Caroppo

Il Tribunale del Riesame ha accolto in buona parte le istanze avanzate dagli avvocati difensori. Nelle scorse udienze sono già state annullate molte ordinanze e altri indagati, tra cui i fratelli Persano, sono stati scarcerati.

Il collegio del Tribunale del Riesame presieduto dal giudice Silvio Piccinno (a latere Antonio Gatto e Anna Paola Capano) ha accolto in buona parte, le istanze avanzate dagli avvocati difensori. Il Riesame ha dunque annullato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Cinzia Vergine su richiesta del pm Alessio Coccioli, per: Antonio Caroppo, 59enne di Castrì; Damiano Caroppo, 51 anni, di Lecce; Massimo Caroppo, 48 anni, di Lecce; Sergio Caroppo, 50 anni, di Lecce; Lucio Riotti, 51enne di Carmiano; Giuseppe Bolognese, 44enne leccese; Livio Biagio Carafa, 53 anni di Nardò. Antonio Alvaro Montinari, 45 anni, di Lecce rimane in carcere per altra causa, ma "cadono" tutte le imputazioni, esclusa quella di estorsione ( ai danni di Maurizio Persano).
 
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Maurizio Memmo, Gabriele Valentini, Giuseppe Bonsegna,  Massimo Muci, Giuseppe De Luca e Paolo Pepe. 
Nelle scorse udienze il Riesame ha già annullato la maggior parte delle ordinanze e molti indagati tra cui i fratelli Persano, sono stati scarcerati.
 
I provvedimenti cautelari eseguiti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce traggono origine da unaltra importante e analoga attività dindagine, denominata Shylock, che ha accertato l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso, operante nella provincia di Lecce, dedita all’usura, alle estorsioni e al riciclaggio. È proprio dalle denunce presentate da un imprenditore vittima di usura e dalle dichiarazioni rese da Alfredo Scardicchio che decise di collaborare dopo il suo arresto, che nel 2011 prende corpo un altro filone d’indagine.
 
In particolare, le sue dichiarazioni avrebbero disvelato le prime prove dell’esistenza di un gruppo mafioso, ricollegabile ai fratelli Persano e a loro cugino Oronzo Persano. Con le prime dichiarazioni di Scardicchio, si sono accertate le identità delle vittime dell’usura che, con le loro dichiarazioni (20 denuncianti hanno contribuito a  scoprire il panorama criminoso e le connivenze anche di 6 funzionari di banca), hanno contribuito a individuare un’analoga corporazione mafiosa facente capo alla famiglia Caroppo, nome storico legato alla SCU e al clan denominato “Nisi – Caroppo”. Nel corso dell’indagine è emersa, inoltre, una frangia di tutto rilievo nel panorama leccese della SCU e cioè quella legata a Pasquale Briganti detto Maurizio (già condannato per 416 bis) e Luigi Sparapane (operante su Galatina), entrambi storici esponenti della criminalità organizzata.



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