Padre chiedeva il test del dna per riconoscere la figlia, ora Marta Spagnolo sembra scomparsa nel nulla

Il caso della 23enne Marta Spagnolo si è arricchito di un nuovo particolare: come racconta l’avvocato Gabriella Cassano che assiste il presunto padre la ragazza sembra svanita nel nulla e anche il suo cellulare risulta «disabilitato a ricevere chiamate».

Era finita con un grosso punto interrogativo la triste storia di Luigi Garofalo. Da quando alla sua porta si era presentata una giovane ragazza di 23anni, Marta Spagnolo, l’uomo aveva scoperto di essere padre, anzi presunto padre visto che non è ancora stato effettuato il test del dna, esame che permetterebbe di avere finalmente la conferma scientifica del loro legame genetico. Nonostante non abbia nessuna certezza della parentela, il signor Garofalo ha continuato a battersi per tentare di recuperare il rapporto con quella figlia la cui esistenza gli era stata nascosta, per cercare di riprendersi quel tempo che gli era stato negato. A nulla sono servite le sollecitazioni, i tentativi di fare chiarezza. Come dichiarato dall’avvocato, Gabriella Cassano a cui il padre disperato si era rivolto per ottenere finalmente “giustizia”, sia l’amministratore di sostegno, nominato dal Cim a cui la giovane, con diversi problemi anafettivi, si era rivolta per avere aiuto, sia il responsabile della Casa Famiglia alla quale nel frattempo era stata affidata pare abbiano impedito alla ragazza di effettuare il prelievo di saliva e di incontrare personalmente colui che si ritiene il padre, anche senza test.

Oggi, la vicenda si arricchisce di un nuovo inquietante risvolto. In questi mesi, infatti, più volte Luigi Garofalo ha tentato di vedere la ragazza recandosi personalmente presso la struttura in cui si trovava. Tutte le volte, quel viaggio si è rivelato vano. Anche ad agosto l’uomo ha suonato al citofono della Casa famiglia per avere notizie, ma la risposta che ha ricevuto questa volta lo ha letteralmente gettato nell’angoscia più totale: «Sua figlia non si trova più qui da tempo».

Che fosse l’ennesima scusa? Se un fatto però si ripete, smette di essere un semplice “casualità”. Come ci ha raccontato l’avvocato Cassano, anche ad un amico di famiglia è stata data la stessa identica risposta: la donna non sarebbe più ospite dell’istituto. In più, persino il recapito telefonico, un numero nuovo, risulta “disabilitato a ricevere chiamate”. Marta sembra svanita nel nulla. Nessuno sa dove si trovi.

«Luigi Garofalo – ci spiega al telefono l’avvocato Cassano – non dorme più, non si da pace. Per lui è l’unica figlia, anche se non è ancora stato effettuato il test. A tal proposito ho inviato all’amministratore di sostegno una Pec che ha tutto il valore di una raccomandata in cui ho indicato ben 28 date utili per effettuare questo esame e non ho mai ricevuto risposta. Perché? Ogni volta che abbiamo avanzato questa richiesta mi è stato risposto che doveva essere fatta con largo anticipo per “preparare” la ragazza. Cosa significa «preparare?» basta un po’ di saliva».



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