Pedinamenti e percosse alla moglie ed al rivale in amore: condannato a 2 anni

I reati sono lesioni personali, stalking, maltrattamenti e violenza privata. La moglie ha rimesso la querela, mentre il presunto amante si è costituito parte civile. I fatti sono accaduti a Vernole, tra giugno e luglio dello scorso anno.

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Un uomo di Vernole è stato condannato a 2 anni ( pena sospesa e non menzione della condanna) al termine del giudizio abbreviato innanzi al gup Vincenzo Brancato.
Rispondeva dei reati di lesioni personali, stalking, maltrattamenti e violenza privata. La coniuge ha rimesso la querela ( è stato così assolto per alcuni episodi), mentre il presunto amante di quest’ultima si è costituito parte civile con l’avvocato Vincenzo Magi. L’imputato era invece assistito dall’avvocato Fabio Corvino.

I fatti

I fatti si sarebbero verificati a Vernole , tra giugno e luglio dello scorso anno.
Secondo l’accusa, l’uomo tramite appostamenti e incessanti messaggi minatori, avrebbe anzitutto perseguitato la moglie. Non solo, poiché gli vengono contestate anche ingiurie e percosse alla presenza dei figli minorenni. In un’occasione le avrebbe addirittura stretto intorno alla gola una fascetta da imballaggio. L’imputato avrebbe inoltre tentato di forare le ruote della macchina e intimato di lasciare la casa, accusandola di relazioni extra coniugali con altri uomini.
Anche in seguito al trasferimento della donna presso i genitori, l’uomo avrebbe continuato a perseguitarla, minacciando anche di bruciarle la macchina.

Le ire dell’uomo si sarebbero indirizzate anche verso “il rivale” in amore.
Egli si sarebbe recato presso l’abitazione e dopo averlo schiaffeggiato le avrebbe rivolto la frase ” Ricordati che ti devo uccidere. Neanche per sbaglio devi incontrarti con mia moglie. Devi sparire da Vernole.”. Non soltanto, poiché l’avrebbe seguito in macchina per le vie del paese, anche nei pressi della scuola della figlia e dell’abitazione dei genitori. In quest’ultima occasione, dopo avergli intimato di ritirare le due denunce nei suoi confronti, lo avrebbe nuovamente picchiato con violenti pugni, provocandogli ferite giudicate guaribili in quaranta giorni.



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