Per la gente che continua a morire sulla SS 275 Maglie-Leuca

L’ultimo episodio drammatico accaduto ad un ragazzo di 15 anni sulla statale 275, rimasto coinvolto in un incidente insieme al cugino, impone una presa di coscienza seria. L’allargamento a quattro corsie è questione di umanità.

Le vittime della strada statale Maglie Leuca ci ricordano che avremmo potuto cambiare i destini di molte persone, e invece la strada è ancora lì a mostrare e dimostrare che ha ragione chi invoca il raddoppio a quattro corsie di una via di grande comunicazione a sfondo mortale.
Non sono bastati i tanti drammi, la sete di sangue non si è placata e continua ad esserci chi condiziona i destini di mille vite impedendo che la strada possa trasformarsi in una moderna e attrezzata superstrada, dopo anni di battaglie, contenziosi, e stragi.

E’ assurdo quel che accade. C’è chi dice no alla realizzazione di una strada ampia, sicura e a scorrimento veloce in nome e per conto di un’insana posizione ideologica, che impedisce il progresso e favorisce le tragedie stradali che raccontiamo da anni.

È un delitto contemplare il paesaggio mentre la gente muore. Mille alberi, cento campagne e tutto il corredo scenografico del caso non valgono mezza vita umana. Solo in ragione del supremo valore della vita dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi, piante e animali, come stabiliscono la Bibbia e il disegno di Dio, si sarebbe dovuto procedere senza esitazione alcuna a realizzare una via di comunicazione adeguata agli standard di sicurezza e in grado di collegare in tempi ragionevoli il territorio del Capo di Leuca.

L’idea di un paesaggio intoccabile è un’idea arcaica, misera e portatrice di povertà. Il territorio va trasformato, reso funzionale e produttivo con interventi di infrastrutturazione necessari per agevolare le aspirazioni di sviluppo economico e sociale.

Troppe mani si sono sporcate del sangue di tanti nostri conterranei, mani che hanno scritto ricorsi giudiziari, o redatto documenti esplicitamente avversi alla costruzione di una strada a quattro corsie che arrivi a de Finibus Terrae. E invece discutiamo di strada parco, degli ultimi km, e di altre corbellerie.

Fino a quando continuerà questa follia avremo da piangere altri innocenti, sacrificati sull’altare di asfalto per l’egoismo di pochi. Ma se non bastano tanti lutti a cambiare il corso della vicenda, allora significa che la partita è persa. E che sappiamo chi dover ringraziare per questa sconfitta senza riscatto.



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