Presunta lottizzazione abusiva. La Procura chiede sette condanne e la confisca del Parco Gondar

Intanto, sono iniziate già iniziate le arringhe difensive degli avvocati. La sentenza del giudice monocratico è invece prevista per aprile.

Chieste sette condanne ed invocata la confisca del Parco Gondar, nel corso del processo su di una serie di presunte irregolarità in materia edilizia e autorizzativa.

Il pm Alessandro Prontera, nei giorni scorsi, al termine della requisitoria, ha chiesto dinanzi al giudice monocratico, Bianca Todaro, 1 anno di arresto per tutti gli imputati, riguardo il reato di lottizzazione abusiva. Si tratta di: Ferruccio Errico, 37 anni di Gallipoli, amministratore della Gondar Srl e legale rappresentante della società “Sold Out”; Christian Scorrano, 38enne gallipolino, altro amministratore della Gondar Srl. Stessa richiesta per i tecnici progettisti: Antonio Ferilli, 60 anni; Mario Stefanelli, 66enne; Franco Ancora, 78enne tutti di Gallipoli e per Sergio Leone 64enne di Taviano, all’epoca dei fatti, funzionario delegato alla firma per Dirigente (chiesta la prescrizione del reato di falso). Invece è stato chiesto 1 anno e 2 mesi di arresto per Giuseppe Cataldi, 64 anni ex dirigente del Settore Urbanistico, per lottizzazione abusiva e falso.

Non solo, poiché il pm ha anche chiesto la confisca del parco Gondar.

Intanto, nelle giornata di martedì, sono iniziate le arringhe difensive del collegio composto dagli avvocati: Fabrizio Ferilli, Luigi Covella, Sabrina Conte, Carlo Viva, Ladislao Massari, Francesco Colloridi. La discussione proseguirà nei mesi di marzo ed aprile. La sentenza è invece prevista ad aprile.

Ricordiamo che nel marzo del 2015, i militari della Gdf di Gallipoli hanno posto sotto sequestro il parco Gondar. E nell’aprile del 2017, vi fu il sequestro bis, disposto dal gip Simona Panzera. La struttura, diventata negli anni un punto di riferimento per gli eventi estivi, nel lontano 1973 era costituita da due campi da tennis e da manufatti accessori. Nel tempo si sarebbe ampliata fino ad occupare, in un’area sottoposta a particolari vincoli in quanto ZPS (Zona a protezione speciale) e SIC (Sito di interesse Comunitario), una superficie complessiva di circa quindicimila metri quadrati, di cui circa mille appartenenti al demanio marittimo, su cui sarebbero state realizzate diverse opere, tra cui una pizzeria, un palcoscenico, un bar con deposito, spogliatoi e servizi igienici.

Nel mese di maggio del 2017, però l’area concerti del Parco Gondar ha riaperto con la possibilità di organizzare 38 eventi lungo l’arco della stagione. Difatti, il pubblico ministero Antonio Negro e il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, hanno accolto l’istanza della difesa, disponendo il dissequestro con prescrizione, per “salvaguardare anche le esigenze imprenditoriali degli istanti e soprattutto quelle occupazionali del territorio”.
Successivamente, al termine della stagione estiva, sono stati nuovamente apposti i sigilli all’area.

Ricordiamo poi che l’anno successivo sia il Riesame che il giudice monocratico, durante la prima udienza, rigettarono l’istanza della difesa di dissequestro del Parco Gondar.