Irregolarità per un chiosco-bar a Torre Sant’Andrea? Cinque persone finiscono sotto processo

Rispondono a vario titolo di violazioni dei vincoli paesaggistici, della normativa edilizia e deturpamento di bellezze naturali, abuso d’ufficio e falsità ideologica.

Finiscono sotto processo in cinque per le presunte irregolarità nella realizzazione di un chiosco bar a Torre Sant’Andrea.

Nelle scorse ore, al termine dell’udienza preliminare, il gup Sergio Tosi ha rinviato a giudizio Roberto Aloisio, 50 anni di Maglie, ex istruttore area tecnica del Comune di Otranto; Emanuele Maria Maggiulli, 67enne di Muro Leccese, ex responsabile dell’area tecnica; Gianluca Stomeo, 46enne di Maglie, legale rappresentante della ditta che ha eseguito i lavori; Michele Treglia, 55 anni di Maglie, rappresentante legale; Giovanni Portaluri, 43enne di Maglie, progettista e direttore dei lavori.

Invece, il gup ha disposto il proscioglimento per Giuseppe Tondo, 60 anni di Otranto, anch’egli ex responsabile dell’area tecnica del Comune di Otranto, assistito dagli avvocati Corrado Sammarruco e Mauro Finocchito.

I cinque imputati finiti sotto processo rispondono a vario titolo di violazioni dei vincoli paesaggistici, della normativa edilizia e deturpamento di bellezze naturali, abuso d’ufficio e falsità ideologica.

Il processo si aprirà il 5 ottobre dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale. Gli imputati potranno difendersi dalle accuse nel corso del dibattimento.

Il Collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Antonio Quinto, Luigi Corvaglia, Carlo Caracuta, Carlo Viva e Daniele De Matteis.

Ricordiamo che il “Fuoriorario” una struttura adibita a chiosco bar situata a Torre Sant’Andrea di circa 270 metri quadrati, venne sottoposta a sequestro preventivo con decreto emesso dal gip Michele Toriello, come richiesto dal pm Roberta Licci, nel settembre del 2022. Le operazioni sono scaturite dalle indagini svolte dagli uomini del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Guardia Costiera idruntina. In seguito è stata concessa la facoltà d’uso del locale.

 



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