Si conclude con la condanna alla pena di 6 anni di reclusione, il processo a carico di un 47enne di Cutrofiano, accusato di avere picchiato il compagno della ex moglie, all’epoca dei fatti, provocandogli lesioni permanenti al volto. La sentenza è stata emessa dal gup Silvia Saracino, al termine del rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo). Il giudice ha disposto anche una provvisionale di 40mila euro, oltre al risarcimento del danno in separata sede, in favore del “rivale in amore” che si era costituito parte civile, con l’avvocato Michelangelo Gorgoni.
L’imputato è invece difeso dall’avvocato Donato Sabetta e potrà presentare ricorso in Appello, non appena verranno depositate le motivazioni della sentenza. L’imputato rispondeva delle accuse di deformazione o sfregio dell’aspetto di una persona mediante lesioni permanenti al volto, stalking, lesioni personali, calunnia. I fatti contestati dal pm Giorgia Villa si sarebbero verificati prevalentemente a Cutrofiano, tra marzo del 2019 e maggio del 2020.
Le accuse
Secondo l’accusa, il 47enne, accecato dalla gelosia, avrebbe perseguitato la ex moglie dopo la fine della relazione, attraverso telefonate moleste e minacce. Inoltre, si sarebbe appostato sotto casa e perfino nei pressi di un lido balneare, minacciando di morte sia lei che il nuovo compagno, in stato di ubriachezza. E avrebbe picchiato il “rivale in amore” in due circostanze. In particolare nel mese di maggio del 2020, lo avrebbe aggredito nei pressi della villa comunale di Cutrofiano. Dopo averlo trascinato fuori dal furgone e scaraventato a terra, l’avrebbe colpito con pugni e calci, provocandogli un trauma cranio-facciale, con prognosi di 65 giorni.
L’uomo a causa delle gravi ferite riportate, fu sottoposto a due interventi chirurgici e si porta dietro tuttora i segni delle cicatrici e accusa problemi di masticazione.
Il 47enne avrebbe a sua volta denunciato di essere stato picchiato dal “rivale in amore”, assieme ai parenti della ex moglie, mentre si trovava nell’abitazione della donna. In realtà, nel corso di una telefonata, avrebbe ammesso di essersi procurato le lesioni per avere colpito a pugni un muro. Ed è scattata nei suoi confronti anche l’accusa di calunnia.